Sul finire del decennio, nel 1989: Atari lanciò un oggettino abbastanza interessante – bisogna ricordare che allora i cellulari erano grandi quasi come i telefoni fissi! – era il Portfolio, un antenato del palmare, leggermente più stretto di una videocassetta VHS: 20 cm di lunghezza, 11,5 di larghezza, 2,5 di spessore. Non fu il primo computer tascabile, perché già nel 1980 c’era il Radio Shack TRS-80, ma fu il primo a essere MS-DOS compatibile: in realtà usava il DIP-DOS, una versione modificata del 2.11.
Il Portfolio immagazzinava tutti i suoi dati in una memoria RAM interna alimentata da una batteria di backup, così da non perdere i dati. Il computer invece si avvaleva dell’energia fornita da tre batterie di tipo “AA”. Come optional c’era una Memory Card da inserire in uno slot. La RAM era di 128 K espandibili a 128+640 K; 32 K erano riservati al sistema, 96 erano disponibili per le applicazioni: il foglio elettronico, l’elaboratore di testi, il diario, la calcolatrice, la rubrica telefonica.
Attraverso un’interfaccia parallela era possibile collegare l’Atari Portfolio a un computer e trasferire i dati. Costava 400 dollari, all’incirca seicentocinquantamila lire.
2 commenti:
Mi immagino le faccie di chi vedeva quello strumento per la prima volta: bocca aperta ed un pensiero "Dove arriveremo"?. Ah ahahah , il progresso ne fa di strada.
Già, dove arriveremo? Fra vent'anni i nostri smartphone d'avanguardia saranno superati...
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