sabato 28 febbraio 2009

QE2

Con "QE2", LP del 1980, Mike Oldfield seguì lo schema dell'album precedente, "Platinum": alternò a lunghi brani strumentali delle canzoni da lui composte, alcune delle quali già incise dagli ABBA e dagli Shadows.


La caratteristica di "QE2", il cui acronimo sta per "Queen Elizabeth 2", nome del transatlantico di lusso varato nel 1967, è la sterminata varietà di strumenti che vi vengono suonati, dal mandolino al banjo, dall'arpa celtica alle percussioni africane, dal vibrafono alle bacchette ritmiche aborigene, dalla cornamusa del Northumbrian ai più sofisticati sintetizzatori elettronici.

Tra i brani da segnalare "Molly", dedicata alla figlia appena nata, e le reincisioni di "Arrival" degli ABBA e di "Wonderful land" degli Shadows, scelti come singoli. Il disco non sfondò sul mercato britannico, nonostante la vendita di 100.000 copie in una settimana, raggiungendo solo il 27° posto nelle classifiche. Invece ebbe un notevole impatto in Germania, dove salì al vertice della hit parade.

In "Taurus 1" e in "Sheba" c'è un ospite d'eccezione alle percussioni, il batterista dei Genesis Phil Collins. Inizia a farsi notare Maggy Reilly, che non è più solo una vocalist.

lunedì 23 febbraio 2009

Fade to grey

Se devo pensare a come definire la vera essenza della musica degli Anni '80 non penso a Bruce Springsteen o ai Dire Straits, ai Police o agli Alan Parsons Project, tutta gente che ha lasciato comunque un bel segno nel decennio: questa è musica che sfonda il tempo, e infatti ancora adesso si ascoltano "Born in the U.S.A.", "Walk of life", "Every breath you take" e "Eye in the sky".

No: è qualcosa di più essenziale, di più propriamente "eighties", una traccia indelebile di quei tempi deve essere rimasta attaccata alla musica. I Duran Duran? Gli Spandau Ballet? Gli A-ha? Già meglio. Ma se penso alla musica degli anni '80 è a Savage che penso, a Gazebo, a Baltimora. E ai Visage...

I Visage spiccarono nei primi Anni '80 con il loro synthpop che diede una bella lustratina al genere battezzato "new romantic", un'evoluzione verso il dolciastro della "new wave". Il brano simbolo è "Fade to grey", che venne messo in commercio il 10 novembre 1980 e scalò le classifiche nel 1981 fino a diventare quarto in Italia e primo in Svizzera e Germania. Un bel pezzo anche per le discoteche con la sua lunghezza di ben 9:28.

Steve Strange, che tra l'altro non era coautore del pezzo, così spiegò la nascita della canzone: "Non molto tempo fa sono stato a Berlino, e attraverso il muro ho dato uno sguardo a Berlino Est [...]; tutto mi appariva cupo e grigio, strano, minaccioso. Subito dopo ho visto un uomo anziano camminare stanco con un bastone. Sì, stanco e deluso dalla vita. È stato in quel momento che l'idea di Fade to Grey aveva preso forma: entrare nella vecchiaia, nell'oscurità, sprofondare nel niente. È questo ciò di cui parla la canzone".

Berlino o no, il significato è plausibile. Comunque, fu lo splendido video, oltre alla bellezza della musica, a favorirne il successo.

La band era composta da Steve Strange, il vero frontman, e dai musicisti Billy Currie e Midge Ure: questiultimi due sarebbero entrati negli Ultravox. E Ure, da solista, nel 1996 avrebbe ottenuto un notevole successo con "Breathe".

FADE TO GREY


One man on a lonely platform
One case sitting by his side
Two eyes staring cold and silent
Shows fear as he turns to hide.

chorus:
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey...

verse two:
Feel the rain like an English summer
Hear the notes from a distant song
Stepping out from a back-drop poster
Wishing life wouldn't be so long

chorus:
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey,
Ohoh... We fade to grey

sabato 21 febbraio 2009

Tango, Azteca ed Etrusco

L'evoluzione dei palloni da calcio portò a "Tango", che venne utilizzato sia nei mondiali d'Argentina del 1978 sia in quelli a noi tanto cari di Spagna 1982. Il solito pallone che tutti avevamo conosciuto, quello a pentagoni bianchi e neri (che si chiamava Telstar e veniva dai mondiali messicani del 1970) mutava aspetto: i pentagoni neri diventavano bianchi su quelli già bianchi era impresso un disegno nero, che a dire il vero più che il tango ricorda un tanga! Comunque, serviva a realizzare dei larghi cerchi bianchi sulla struttura.



Il pallone del 1978 e quello del 1982 erano molto simili: a parte le scritte relative al mondiale, il secondo riportava anche lo stemma dell'Adidas. Un po' più diversa la sfera per i campionati del mondo del 1986 in Messico: il disegno rimaneva lo stesso, ma solcato da disegni etnici degli Aztechi - da qui il nome, "Azteca" - e le scritte da nere si fecero rosse.



Analogamente l'Adidas si comportò per Italia '90: presentò "Etrusco", dove i fregi aztechi lasciarono il posto a un leone etrusco e le scritte ritornarono nere. Solo nel nuovo millennio sarebbe cambiata la filosofia, con il Fevernova: infatti sia nel 1994 che nel 1998 i palloni erano praticamente dei cloni di Tango. 

mercoledì 18 febbraio 2009

Le sorpresine Mister Day

In diretta concorrenza con il Mulino Bianco Barilla la Parmalat lanciò la sua linea di biscotti e merendine, la Mister Day. E naturalmente, visto che Barilla inseriva delle sorpresine nelle confezioni, anche Parmalat mise le sue: anche qui gomme per cancellare dalle svariate forme (targhe americane e regioni italiane) e adesivi sulla falsariga di quelli della Fiorucci.


Per diversificarsi però Mister Day osò qualcosina di più e lanciò un album da riempire con riproduzioni di monete romane. Ecco qui sotto come apparivano l'album, la busta con i facsimile e le copie degli antichi conii.




Quello delle targhe non fu un caso isolato: anche Alemagna nei suoi Krapfen scelse di mettere come gadget una targa americana, però molto più grande, circa tre volte quella di Mister Day.

lunedì 16 febbraio 2009

(Fra') Giuseppe Cionfoli

Un personaggio molto particolare dei primi anni '80 è stato Fra' Giuseppe Cionfoli.

Al Festival di Sanremo 1982 fece sensazione sapere che sul palco, tra luci e lustrini, si esibiva in gara un frate trentenne di origini pugliesi: Cionfoli, che aveva ottenuto il diritto a partecipare alla rassegna vincendo un concorso di "Domenica in" nel 1981, presentò "Solo grazie", un brano di chiaro stampo religioso, che venne superata da "Storie di tutti i giorni" di Riccardo Fogli e "Felicità" di Al Bano e Romina Power, ma che ottenne un notevole successo in hit parade.

Cionfoli prese parte anche all'edizione del 1983 del Festival sanremese, cantando "Shalom", un inno alla pace, che non bissò però i fasti di "Solo grazie".

Le vicende di Giuseppe Cionfoli diventarono poi oggetto della cronaca rosa: il cantautore - che non era frate, ma dottore in Teologia, si sposò ed ebbe dei figli. Nel 1994 partecipò ancora una volta a Sanremo inserito nella "Squadra italiana", un supergruppo, e nel 2006 fu uno dei concorrenti all'Isola dei famosi. Ora è uno scultore di opere religiose. Ma resterà per sempre quell'uomo con la barba che una sera di fine gennaio del 1982, presentato da Claudio Cecchetto e Patrizia Rossetti, salì sul palco dell'Ariston a cantare "Solo grazie".



(Video realizzato da Felix782 - YouTube)

SOLO GRAZIE

O fu per gioco o simpatia per amore o nostalgia
che quella sera ti ho scritto una canzone
o la paura che sentivo mi conduceva sai lontano
e percorrevo sentieri già battuti
tristezza amara era la mia
spinta solo da pazzia
che tende a ricordare solo ieri
e non capivo che parlavi
e mi tenevi stretto al cuore
come un bambino appena nato ero per te.

Ma poi ti ho scritto solo grazie
per avermi dato tu la vita
ti ho scritto amore, solo amore
sì, sei tu il mio signore
sei solo tu... sei solo tu.

Momenti bui sono i miei
previsti solo nel finale
che mettono la mente nel cantiere
riflessioni da bambino
e mi vedo da lontano
e non capisco perché mi cerchi tu signore
posso anche amarti
posso anche lodarti
ma non so che valore ha la mia preghiera
e mi sforzo di capire
e mi pare di sentire
ti ho cercato,
ti ho trovato,
ti ho amato.

Ma poi ti ho scritto solo grazie
per avermi dato tu la vita
ti ho scritto amore,
solo amore sì,
sei tu il mio signore
sei solo tu... sei solo tu...

Ma poi ti ho scritto solo grazie
per avermi dato tu la vita
ti ho scritto amore, solo amore sì,
sei tu il mio signore sei solo tu...

giovedì 12 febbraio 2009

Le sorpresine del Mulino Bianco

"Mulino bianco" è il marchio che Barilla scelse alla fine degli Anni '70 per immettere sul mercato la sua linea di prodotti per la prima colazione: biscotti, fette biscottate e merendine. La pubblicità, che presentava una famiglia felice e "regolare" al tavolo del mattino, fornì ai sociologi la facile definizione per definire quel tipo di vita spensierata e allegra, spesso in contrasto con i problemi della vita quotidiana. Appunto, la "famiglia del Mulino Bianco".
Ma una delle caratteristiche di tali prodotti era la presenza della sorpresa: in una scatolina che somigliava a un pacchetto di fiammiferi svedesi era racchiuso un gadget simpatico. Queste, nelle foto qui sotto, sono "Gli allegri cancellini", gomme per cancellare a forma delle stesse brioches del Mulino Bianco, di segnali stradali, di oggetti quotidiani (la tazza con il latte, la tavolozza, la macchina per scrivere) e alcune biro a forma di frutto.





 

Ma c'erano anche piccoli normografi, cartine geografiche, calendari perpetui, stringhe, minivocabolari, pastelli a cera, biro colorate a forma di fiammifero e altro ancora. Naturalmente le gomme erano le più ricercate e si apriva la confezione di Tegolini, Saccottini o Crostatine alla ricerca della scatola, desiderosi di trovare un nuovo pezzo da aggiungere alla collezione: c'erano anche riproduzioni dei biscotti, delle loro confezioni e di quelle delle merendine, addirittura il Mulino Bianco in tre pezzi e tutta una serie di bandiere del mondo con il foro per porle all'estremità di una matita.

Contemporaneamente, raccogliendo i punti sulle confezioni dei prodotti si potevano portare a casa tovaglie, zuccheriere, piatti e scodelle, brocche, tutti con il marchio del Mulino Bianco e nello stesso stile: su un fondo tra il giallo chiaro ed il beige c'erano disegnati in marrone il mulino e un volo di rondini. Orrendi, a ben guardare, ma ancora adesso fanno bella mostra di sé in molte case italiane: le zuccheriere e le scodelle le ho rotte tutte ma, rovistando nei cassetti ho trovato una tovaglietta che uso come strofinaccio e una brocca fa da portafiori sul balcone... Anche questi oggetti vennero riprodotti in gomma e inseriti nei pacchi di merendine.

Poi il mercato cambiò, la gente chiese sconti invece di gadget e raccolte punti e Barilla optò per la politica di diminuire i prezzi abolendo gli omaggi. Oggi, quando apriamo una confezione di merendine, però ritorniamo con la memoria a quei giorni in cui, ragazzi, cercavamo ansiosi la scatoletta con il Mulino.

Nel suo sito Barilla ha una sezione dedicata al mitico "Coccio" e al "Piccolo mugnaio"!


mercoledì 11 febbraio 2009

Harry, ti presento Sally

Nel 1989 uscì un film sull'insoluta questione se possa esistere amicizia tra un uomo e una donna o se vi possa essere solo amore. Il film è "Harry, ti presento Sally", magnificamente diretto da Rob Reiner sulla sceneggiatura di Nora Ephron, poi divenuta regista in proprio con "Insonnia d'amore" e "Vita da strega".

Dopo l'università Harry accetta di dare un passaggio a Sally da Chicago a New York: durante il tragitto fanno una lunga chiacchierata e la domanda che rimane nell'aria è: il sesso può compromettere una relazione perfetta tra un uomo e una donna?" 




Harry e Sally si incontreranno di nuovo occasionalmente a New York e nascerà una bella amicizia. Tutti i loro amici riescono a vedere che i due sono una coppia perfetta, nata per stare insieme: solo gli interessati non se ne rendono conto, almeno fino alla notte in cui, complice l'influenza di lei, finiscono a letto davvero e l'amicizia si incrina. C'è il finale di speranza, in uno scintillante ultimo dell'anno newyorkese a chiudere in gloria la vicenda.

Il cast impegna attori di ottima levatura che, forse per l'alchimia del film, offrono prestazioni straordinarie: la bellissima Meg Ryan, il divertente e malinconico Billy Cristal sono i due protagonisti, Bruno Kirby e Carrie Fisher la coppia di amici confidenti. La colonna sonora jazz di Harry Cornick jr fornisce uno splendido tappeto a tutta la storia, che in definitiva è un inno all'amicizia, all'amore e al corteggiamento.

C'è in questo film, ricco di raffinate battute di spirito, una scena divenuta cult: la simulazione di un orgasmo da parte di Sally in un'affollata tavola calda, in risposta all'affermazione di Harry che sa riconoscere quando una donna è soddisfatta di lui. Strepitosa prova recitativa di Meg Ryan, ma anche della attempata signora, che al termine dell'esibizione, quando Sally riprende la forchetta e ricomincia a mangiare come se niente fosse, ordina al cameriere "Quello che ha preso la signorina..."

lunedì 9 febbraio 2009

Crises e Moonlight shadow


"Crises" è il decimo album di Mike Oldfield, uscito nel 1983: il lato 1 dell'LP è interamente occupato dalla traccia che dà il titolo all'album, che crea un'atmosfera di tensione e presentimento grazie all'uso di strumenti elettronici quali il Quantec Room Simulator. Il lato 2 si apre con il pezzo più famoso, uno dei più noti dell'artista britannico, "Moonlight shadow", cantato dalla splendida voce da soprano di Maggie Reilly, che prosegue la sua collaborazione con Mike Oldfield. La Reilly canta anche "Foreign affair", di cui è coautrice per il testo.

Collaboratori eccellenti anche per altri brani di "Crises": Jon Anderson, leader degli Yes e parte del progetto di Vangelis in quel periodo, canta "In high places", di cui ha scritto anche parte del testo. Roger Chapman, voce dei Family, dà lustro al rock ringhioso di "Shadow on the wall", guidato dalle chitarre e dal banjo di Mike. Chitarre che appaiono anche nel pezzo strumentale "Taurus 3" che prosegue la serie iniziata negli album precedenti: l'assolo di Oldfield con gli strumenti a corde è accompagnato solo dalle percussioni di Simon Phillips.

Il disco venne registrato tra il novembre 1982 e l'aprile 1983 negli studi di Denham, in Inghilterra, ed entrò al quarto posto della top ten britannica anche con il singolo "Moonlight shadow", che si piazzò al primo posto in Italia, Svezia, Norvegia, Svizzera, Austria e Germania e al secondo in Olanda.



MOONLIGHT SHADOW (1983)


The last thatever she saw him 
Carried away by a moonlight shadow 
He past on worried and warning 
Carried away by a moonlight shadow 
Lost in a riddle that saterday night 
Far away on the other side 
He was caught in the middle of a desperate fight 
And she couldn't find how to push through 
The trees that whisper in the evening 
Carried away by a moonlight shadow 
Sing a song of sorrow and greeving 
Carried away by the moonlight shadow 
All she saw was the silhouette of a gun 
Far away on the other side 
He was shot six times by a man on the run 
And she couldn't find how to push through 
I stay 
I pray 
I see you in heaven far away 
I stay 
I pray 
I see you in heaven one day 
Fall down in the morning 
Carried away by a moonlight shadow 
I watched your vision falling 
Carried away by a moonlight shadow 
A star was glowing in the silvery night 
Far away on the other side 
Where you come to talk to me this night 
But she couldn't find how to push through 
I stay 
I pray 
I see you in heaven far away 
I stay 
I pray 
I see you in heaven one day 
Caught in the middle of a hundered fight 
The night was heavy and the elvis of life 
But she couldn't find how to push through 
Carried away by a moonlight shadow 
Carried away by a moonlight shadow

domenica 8 febbraio 2009

IBM 5120


L'IBM 5120 è un computer ibrido uscito nel febbraio del 1980. In effetti era composto da tre pezzi: il Modello 3 5110, l'unità a dischi 5114 e la stampante ad aghi 5103.

L'unità 5114

Costava una bella cifra, allora, nonostante fosse il prezzo più basso per IBM: 9.340 dollari. Ma la sua caratteristica più... imbarazzante era il peso: ben 48 kg!


Il modello 3 5110

La stampante permetteva da 80 a 120 caratteri al secondo. I dati immagazzinabili nelle due unità disco arrivavano a 1.2 MB. La RAM era di 32 KB, il display era un monitor di 9 pollici con colonne da 16 x 64. Venne sostituito nel settembre 1981 dall'IBM 5150.

La stampante 5103


mercoledì 4 febbraio 2009

I Gremlins

Gli Anni '80 sono stati molto proficui per Steven Spielberg: film, sceneggiature, produzioni. E una sua produzione fu un film del 1984 che generò una serie di epigoni: "Gremlins", diretto da Joe Dante su soggetto di Chris Columbus, notevole successo di pubblico.
Un film che mise assieme nelle sale le famiglie: i bambini trovavano una specie di film dell'orrore, i genitori una pellicola divertente. La storia è quella di una cittadina americana invasa da piccoli mostriciattoli  che vi seminano terrore e distruzione: tutto nasce da una piccola creatura trovata in un negozio di Chinatown e regalata a Natale dal padre al protagonista del film, Billy, con l'avvertenza di non bagnarlo... Naturalmente la prima cosa che succede è che l'essere finisce nell'acqua con la conseguente proliferazione dei Gremlins, fino all'immancabile lieto fine.
L'atmosfera era assolutamente nuova: l'idilliaca iconografia natalizia trasformata in incubo. Non potevano mancare "eredi" dei "Gremlins": i "Critters" e i "Ghoulies". Spielberg aveva colpito ancora...

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