giovedì 24 febbraio 2011

In the Army now

Due fratelli olandesi, Ron e Ferdi Bolland – in arte  “Bolland & Bolland” – nel 1981 incisero un pezzo che uscì dal paese dei tulipani e ottenne un discreto successo in tutta Europa: si intitolava “You’re in the Army now”.



Il brano arrivò alle orecchie di Francis Rossi, il cantante del gruppo inglese Status Quo: gli piacque, ma pensò di rimaneggiarlo un po’ e di rivestirlo con le sonorità tipiche della band, consone al sound anni ‘80. È il 1986 quando lo pubblicano in 45 giri e lo lanciano con un video che mostra la durezza della vita militare e riflette sull’inutilità della guerra. Il titolo viene accorciato: “In the Army now”. È un successo ancora maggiore: il pezzo arriva ai vertici delle hit parade in Austria, Germania, Svizzera e Irlanda, ed è secondo in Francia, Norvegia e Regno Unito.




YOU’RE IN THE ARMY NOW
A vacation in the foreign land
Uncle Sam does the best he can
You're in the army now (wooh woooh)
you're in the army... now

Now you remember what the draftman said:
"Nothin' to do all day but stay in bed"
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

You'll be the hero of the neighbourhood
Nobody knows that you left for good
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

Smiling faces on the way to Nam
But once you get there noone gives a damn
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)

Handgrenades flying over your head...
Missiles flying over your head
if you wanna survive
get out of her bed
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

Shots ring out in the dead of night
The sergant calls "Stand up and fight!"
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

You've got your orders
to shoot on sight...
Your fingers on the trigger
But it don't seem right
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

Night is falling and you just cant see
is this illusion or reality?
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)

domenica 13 febbraio 2011

Sanremo 1982

 

Il Festival di Sanremo del 1982 si svolse alla fine di gennaio, dal 28 al 30, condotto ancora una volta da Claudio Cecchetto – non era la kermesse ingessata di oggi che cerca l’ascolto, ma un vero festival di musica, quindi affidato a un esperto dee-jay – con Daniele Piombi, il classico presentatore, e Patrizia Rossetti.

Vinse il trionfatore dell’estate, Riccardo Fogli, che dopo Malinconia, al Festival sfornò Storie di tutti i giorni, esibendosi in smoking sul palco con uno scenografico chitarrista rock a fargli compagnia. Vinse lui, per fortuna, perché al secondo posto si piazzò Felicità, brano kitsch di Al Bano e Romina Power. Terzo un sorprendente Drupi, con Soli.

 

IL VINCITORE

 

Le altre canzoni finaliste furono classificate a pari merito: Beguine di un redivivo cantante dei ‘60, Jimmy Fontana; Blue Hotel della statunitense Lene Lovich, C’è di Elisabetta Viviani, ex compagna di Gianni Rivera, la bellissima E non finisce mica il cielo scritta da Ivano Fossati per Mia Martini – Premio della critica, Io no di una combattiva Anna Oxa, Lisa, brano scritto da Zucchero per l’idolo delle ragazzine Stefano Sani, Marinai del gruppo progressive Le Orme, Non voglio ali di Riccardo Del Turco, altro residuo dei ‘60, Ping pong del simpatico belga Plastic Bertrand, Quando incontri l'amore dello sdolcinato trio Milk and Coffee, Romantici di Viola Valentino, all’epoca compagna del vincitore Riccardo Fogli, Sei la mia donna di Mal, altra icona dei ‘60, Sette fili di canapa, filastrocca di Mario Castelnuovo, Solo grazie  di Giuseppe Cionfoli, che fece scalpore perché in quel periodo era ancora un frate), Strano momento del cantautore Roberto Soffici, Tu stai di un onnipresente Bobby Solo, Un'altra vita un altro amore del melodicissimo Christian, Vado al massimo di un Vasco Rossi particolarmente fuori ruolo (canta in playback infilando il microfono in tasca, poi lo getta tra il pubblico!), e infine Una notte che vola via di un giovane Zucchero, che ancora si firma Fornaciari.

 

STEFANO SANI (per signore e signorine)

 

VASCO (da vedere assolutamente!)

 

MIA MARTINI (Premio della critica)


Non superarono il taglio e rimasero fuori dalla finale: America in di Orietta Berti, che provava a rilanciarsi,  Biancaneve di Rino Martinez, Centomila amori miei di Marina Lai, voce dei jingles Postal Market, Cuore bandito di Julie, Facciamo la pace di Claudio Villa, relitto dei ‘50, Non arrenderti mai di Piero Cassano, ex autore dei Matia Bazar e futuro produttore di Eros Ramazzotti e Una sporca poesia di Fiordaliso, che troverà poi spazio nei reality e nei salotti tivù degli anni 2000.

Una valanga di ospiti: dalle canzoni comiche di Pippo Franco, Nino Manfredi e Diego Abatantuono alla disco music dei Village People e di Gloria Gaynor, dal folk-rock di Donovan e degli America, dal rockabilly degli Stray Cats al rock più o meno duro dei Kiss, dei Van Halen, di Hall & Oates, dal pop di Marianne Faithfull e dei Bee Gees agli italiani: il motociclista cantante Marco Lucchinelli, Claudia Mori e il francese Johnny Hallyday con un brano cantato nella nostra lingua.

giovedì 10 febbraio 2011

Sanremo 1981

 

Il Festival di Sanremo del 1981 rianimò un poco le asfittiche emozioni musicali della kermesse: per la prima volta da tanti anni infatti molte delle canzoni presentate riuscirono a entrare in classifica, la raccolta del Festival giunse addirittura al primo posto.

Nessuna polemica relativa ai presentatori: un bravo Claudio Cecchetto, affiancato da Eleonora Vallone, Nilla Pizzi e Franco Solfiti. Lo scalpore lo fecero i Ricchi e Poveri, che invece che in quattro si presentarono in tre, escludendo Marina Occhiena, che avrebbe rubato il compagno all’altra donna, la “brunetta” Angela.

Vinse Alice, con un brano scritto da Franco Battiato, Per Elisa. Un’altra famosissima canzone si piazzò seconda, Maledetta primavera di Loretta Goggi. Sul podio anche Tu cosa fai stasera di Dario Baldan Bembo.

Le altre canzoni in gara: dal 4° al 7° posto Roma spogliata (Luca Barbarossa), Sarà perché ti amo (Ricchi e Poveri), Hop hop somarello (Paolo Barabani), Ma chi te lo fa fare (Marinella). Eliminate la sera finale: Su quel pianeta libero (Michele Zarrillo), Pensa per te (Marcella) e Midnight (Passengers).

Rimasero fuori dalla fase finale: Ancora (Eduardo De Crescenzo), Angela (Leano Morelli), La barca non va più (Orietta Berti), Blue (Tutto è blu) (Sterling Saint-Jacques), Caffè nero bollente (Fiorella Mannoia), Follow Me (Se amore vuoi) (Carmen & Thompson) Io mi
(Stefano Tosi), Non posso perderti (Bobby Solo), Questo amore non si tocca (Gianni Bella), I ragazzi che si amano (Collage). Altri interpreti non arrivarono neppure alla gara del sabato: vennero “tagliati” le prime sere, tra gli altri, Franco Fasano, Umberto Napolitano e gli Opera.

Fa specie vedere come siano state eliminate due canzoni poi divenute molto ma molto famose: Ancora di Eduardo De Crescenzo e Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia.

Anche nel 1981 i cantanti non erano accompagnati dall’orchestra, ma si esibivano su base musicale. Numerosi gli ospiti, ma memorabile fu l’intervento dei Dire Straits, con Tunnel of love e Romeo and Juliet. Poi Alberto Sordi, Robert Palmer, Lio, Barry White, Charles Aznavour, Hall & Oates, i Bad Manners, Mario Merola, i Gufi e Milva.

domenica 6 febbraio 2011

Sanremo 1980

 

È tempo di Festival di Sanremo… ci tocca! Ma allontaniamoci dall’insulsa kermesse che è diventato l’evento televisivo di febbraio e ripercorriamo i nostri giorni d’oro. Negli Ottanta, Sanremo usciva da un periodo di crisi – quello dei Settanta – che però era riuscito a lanciare grossi nomi come Rino Gaetano. La direzione artistica di Pippo Baudo, che in quel periodo era all’apice della carriera, portò a fare del Festival una manifestazione nazional-popolare: basta scorrere l’elenco dei vincitori del decennio per accorgersene, Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina Power, Massimo Ranieri, Fausto Leali…

Ma andiamo con ordine. Iniziamo dal 1980, una delle edizioni più chiacchierate della storia, a cominciare dai presentatori: Roberto Benigni e Olimpia Carlisi. Ci scappa un lungo bacio tra i due e un “Wojtilaccio” uscito dalla bocca del comico nei confronti di Giovanni Paolo II.

Ad affiancare la coppia alla conduzione c’erano Claudio Cecchetto e Daniele Piombi, certamente più tradizionali.

Vinse Solo noi di Toto Cutugno, davanti a Ti voglio bene di Enzo Malepasso e Su di noi di Pupo. Le altre canzoni furono classificate a pari merito: Canterò canterò canterò (Aldo Donati), Cavallo bianco (Paolo Riviera), Contessa (Decibel), Gelosia (Bobby Solo), Il sole canta (Orlando Johnson), I sing for you (Sally Olfield), L’italiano (Stefano Rosso), Ma vai vai (Giorgio Zito e i Diesel), Mara (Bruno D’Andrea), Mariù (Gianni Morandi), Musica regina (Leano Morelli), Passerà (Alberto Cheli), Più di una canzone (La Bottega dell’Arte), Tu cioè... (Peppino Di Capri), Tu mi manchi dentro (Leroy Gomez), Va' pensiero (Linda Lee), Voglio l'erba voglio (Francesco Magni).

Da notare la presenza di vari interpreti stranieri, tra i quali la sorella di Mike Oldfield. Non raggiunsero la finale invece altri interpreti, tra i quali i più noti sono la band di rock progressive Latte e Miele. Non c’era orchestra, ma gli artisti cantavano su base musicale.

Gli ospiti: la tosta rocker Suzi Quatro, famosa anche per la sua partecipazione a Happy Days nel ruolo di Leather Tuscadero, esponenti disco come Sylvester e Sheila & B. Devotion; poi Billy Preston, Pippo Franco e soprattutto gli Status Quo, che si esibirono in Whatever you want:

 

Vi risparmio Cutugno & c. Meglio i Decibel di un giovanissimo Enrico Ruggeri:

 

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