venerdì 26 giugno 2009

Addio, Michael…

Michael Jackson è morto la scorsa notte a Los Angeles. Lo ha fulminato un infarto, ma la sua salute era già deteriorata da allergie e da problemi alla pelle dovuti ai tentativi di “sbiancamento”.

Michael Jackson è stato parte integrante della colonna sonora degli Anni ‘80: il suo album “Thriller” del 1982 è tuttora il disco più venduto nella storia, oltre tre milioni di copie. Poi sarebbe arrivato anche “Bad”.

Ricordiamolo così, con “Dirty Diana”, pezzo del 1987:

martedì 23 giugno 2009

Automan

Gli Anni ‘80 videro la diffusione di massa delle tecnologie informatiche: questa moda “sociale” non poteva sfuggire agli attenti sceneggiatori delle serie televisive.

Nel 1984 nacque “Automan” uno sfortunato telefilm programmato soltanto per una stagione: 13 episodi di circa 50 minuti l’uno. Un programmatore non molto stimato del Los Angeles Police Departement, Walter Nebicham, riesce a ideare un compagno perfetto per la lotta al crimine, una sorta di ologramma che vive al di fuori dello schermo e interagisce con la realtà. Il limite di tale interfaccia fisica, che ha anche un compagno a nome “Cursore”, un punto luminoso, è che consuma molta energia e quindi deve essere attivato solo di notte. “Automan”, di cui Nebicher parla come di Otto J. Man, un agente governativo che lo aiuta nelle indagini, risolve i casi con il suo ideatore a bordo di una Lamborghini Countach.

PERSONAGGI E INTERPRETI

  • Automan - Chuck Wagner. Uomo virtuale.
  • Walter Nebicher - Desi Arnaz Jr.
  • Tenente Jack Curtis - Robert Lansing
  • Capitano E. G. Boyd - Gerald O'Loughlin
  • Roxanne Caldwell - Heather McNair

LA SIGLA ITALIANA

mercoledì 17 giugno 2009

Christopher Cross

Sul principio degli Anni ‘80 apparve un artista versatile, capace di piazzare una canzone di rock abbastanza duro come “Ride like the wind” e brani di delicata introspezione come “Sailing” e “Think of Laura”, e ancora un classico della musica pop come “Arthur’s theme”. Stiamo parlando naturalmente di Christopher Cross, autore nel 1980 di un album di debutto eccezionale, intitolato con il suo nome, che vendette oltre sei milioni di copie nel mondo e raccolse ben cinque premi Grammy, piazzando in classifica quattro singoli. Il successo sorprendente fu bissato dal singolo “Arthur’s theme”, colonna sonora del film “Arturo” con Dudley Moore.

Per lo straordinario modo di muoversi tra due generi musicali, per lo stile di Christopher Cross venne coniato un nuovo termine, “pop’n roll”, a significare questa fusione tra pop e rock. Nel 1983 uscì un nuovo album", “Another page”, con due singoli di rilievo: All right” e “Think of Laura”, usato come colonna sonora della serie televisiva “General Hospital”.

Nel 1985 Cross pubblicò “Every turn of the world”, uscito in ritardo a causa delle fratture riportate dal cantautore in un incidente durante una gara automobilistica: vi parteciparono come autori John Bettis, Will Jennings, Billy Alessi e Michael Omartian, suo produttore, ma i risultati non furono quelli sperati. Nel 1988 fu la volta di “Back of my mind”, scritto con Rob Meurer, pianista che condivise gli esordi con Cross nelle band texane: contiene la dolce ballata “Swept away”, che ottenne una nomination agli Emmy.

A questo punto Christopher Cross si prese una pausa di riflessione, lasciò finire il decennio, cambiò casa con tutta la sua famiglia e abbandonò la Warner. Nel 1991 pubblicherà per la Polystar “Rendez-vous”, nel 1994 “Window”. Nel 1998, passato alla CMC, inciderà “Walking in Avalon”. Ma per tutti gli amanti della musica, resterà il cantante del disco con il fenicottero, divenuto suo marchio di fabbrica, presente sulla copertina di tre album e sei raccolte.


 

mercoledì 10 giugno 2009

Gianni De Berardinis

Gianni De Berardinis? Chi era costui? Chi seguiva le trasmissioni musicali negli Anni ‘80 certamente se ne ricorderà. Nel 1981 e nel 1982 il ragazzo, allora non ancora trentenne, conduceva  su RaiUno “Discoring”, il programma serale con hit parade, video e esibizioni in studio. Come molti altri artisti diede fiducia alla nuova televisione della Fininvest, Canale 5, approdandovi nel 1982 per condurre un paio di edizioni di “Popcorn”, il seguitissimo contenitore musicale quotidiano, e partecipare alla “Buona domenica” di Maurizio Costanzo. Nel 1986 torna in Rai, al timone ancora una volta di “Discoring” e, l’anno successivo, di “Saint Vincent estate.

Poi Gianni torna al primo amore, la radio: era partito nel 1976 da Radio Luna per arrivare a Radio Monte Carlo, dove condusse programmi fino al 1983. Dal 1989 è a RTL 102,5 e a RMC. Ora lo potete ascoltare su Radio Dimensione Suono RDS. Ma al suo attivo De Berardinis ha anche brani musicali, produzioni e collaborazioni come chitarrista in alcuni album di Mauro Pagani, Rossana Casale, Angelo Branduardi e Massimo Bubola.

 

GIANNI DE BERARDINIS CON BIAGIO ANTONACCI (1989)

e oggi…

domenica 7 giugno 2009

Tienanmen

Il 4 giugno 1989, il massacro di Piazza Tienanmen a Pechino poneva fine alla speranza di un cambiamento politico in Cina. L'esercito soffocava nel sangue sette settimane di aspettative che i manifestanti - in gran parte studenti - ritenevano possibili: riforme chieste a gran voce ispirandosi al crollo dei regimi comunisti in Europa, che sarebbe culminato nella Caduta del Muro di Berlino nell'ottobre di quello stesso anno e nello scioglimento dell'Unione Sovietica.

I carri armati posero fine a tutto questo mostrando il volto duro del regime: secondo i dissidenti le vittime furono settemila, secondo le autorità "solo" trecento. La netta chiusura sul piano della democrazia e dei diritti umani lasciò delle ferite profonde nella comunità internazionale.

L'immagine simbolo di quella protesta resterà nei libri di storia: un ragazzo in camicia bianca e pantaloni neri, con due sacchetti della spesa, uno per mano, ferma i carri armati semplicemente ponendosi davanti e spostandosi ad ogni manovra dei mezzi. Il mondo intero pianse per quei ragazzi che aveva visto ballare a ritmo di rock sulla Piazza Tienanmen o pacificamente seduti nei sit-in, coloratissimi rispetto all'ingessata uniformità che la Cina aveva sempre mostrato, o ancora còlti dai fotografi nel segno di vittoria, come la leader Chai Ling. Chiedevano la modernizzazione e un minimo di democrazia: libertà di espressione, di riunione, di stampa, pulizia nell'apparato amministrativo e lotta alla corruzione.

Invece arrivarono i carri armati e le pallottole. Il grido di libertà si spense per alzarsi di nuovo nell'Est europeo.

 

 

(Pubblicato anche sull’altro mio blog “Il canto delle sirene”)

martedì 2 giugno 2009

Terry Broome

Un caso di cronaca che fece molto scalpore in Italia negli Anni ‘80 fu quello della modella americana Terry Broome: sbarcata in Italia per seguire le orme della sorella Donna, ormai affermatasi, finì invece in carcere per l’omicidio del playboy Francesco D’Alessio, maturato nell’ambito della Milano-bene e delle feste a base di cocaina.

La cronaca nera dovette occuparsi di quel mondo dorato e luccicante dove belle ragazze si mescolavano a uomini danarosi che sfoggiavano macchine e vestiti di lusso e dove la droga scorreva a fiumi nelle notti oniriche della “Milano da bere” che collasserà qualche anno dopo nell’inchiesta “Mani pulite”. Sono gli anni delle discoteche “Nephenta”, “Plastic” e “Vogue”, dell’apparenza esibita, della moda che sfonda. Sono gli anni di “Sotto il vestito niente”, romanzo di Marco Parma sul mondo delle modelle. Il libro, come il film dei Vanzina tratto da esso, prenderà spunto proprio da questo caso di cronaca.

Terry Broome, che aveva alle spalle un’esperienza americana fallita come fotomodella, entrò nel giro dei costruttori Cabassi. A scatenare l’inferno fu un incontro erotico a tre in una villa fuori Milano, dal quale rimase escluso D’Alessio. Questi iniziò a rinfacciare a Terry l’esclusione e a irritare la ragazza, che già aveva problemi psicologici e temeva di compromettere la nuova carriera. A casa Cabassi, il 25 giugno 1984, un’alba dorata su Milano, dopo un’orgia di coca e whisky, Terry Broome impugnò la pistola del fidanzato, l’orefice Giorgio Riotti, una calibro 38 Smith & Wesson, e sparò quattro colpi a Francesco D’Alessio, uccidendolo.

Nel 1986, al processo venne condannata a quattordici anni di carcere, ridotti a dodici e mezzo in appello. Ne sconterà sei nel penitenziario di Bergamo, dove si dedicherà a lavorare la ceramica,  prima di essere rimpatriata in South Carolina, il suo paese d’origine.

Il fatto colpì molto i Pooh, probabilmente per la reclusione a Bergamo: “Terry B.”, brano dell’album “Giorni infiniti”, del 1986, racconta proprio la storia della modella americana:

TERRY B.

Dicesti tutto in una volta
Milano esplose dalle dita
come pezzi della luna
contro i vetri del mattino
come lampi in faccia, un anno e mezzo fa.
Dove hai ballato solo un giorno
ritorna già il secondo inverno.
La compagna parla strano
ma t'insegna l'italiano
per capire, per spiegare come mai.
Niente scorre via, tutto viene aperto
come le valigie in un aeroporto.
Ogni amore andato via
quelle notti di persone
e quel rumore che non se ne va.
In quei tuoi occhi troppo grandi
come le strade d'oltremare
c'è il disordine dei sogni
degli alberghi senza cielo
di quell'uomo troppo solo, anche per te.
Atterrasti qui per cambiare vita
tua sorella in fondo c'era già riuscita.
Quale vento ti strappò
il biglietto di ritorno
il quinto giorno di un'estate fa.
Tutto scorre via, tutto si scolora
da una mano all'altra come te allora
come i soldi e le bugie
e i giornali della sera
chissà che cosa cambierà per te...

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