venerdì 31 ottobre 2008

Dove c'è Barilla c'è casa

Pasta Barilla negli Anni '80 , come già visto in questo altro post, si lanciò in pubblicità d'autore, spesso di durata superiore al normale. Sul finire del decennio lanciò lo slogan, che dura tuttora, "Dove c'è Barilla c'è casa".

Questa, del 1989, girata dal celebre regista Nikita Michalkov è una versione che ci porta addirittura in Russia, con tanto di slogan finale tradotto in caratteri cirillici. La ragazza è la modella e attrice italolibanese Natasha Hovey, apparsa nel 1984 in "Acqua e sapone" di Carlo Verdone.


giovedì 30 ottobre 2008

Il primo Mc Donald's

Il primo Mac Donald's italiano aprì il 4 novembre 1985 a Bolzano, nella centralissima Piazza Walther, dove dal 1989 si tiene ogni anno il famoso Mercatino di Natale. Ma lenta fu la diffusione del fast food americano nel Belpaese: doveva fronteggiare la temibile concorrenza dell'affermato Burghy e del francese Quick: nel 1986 aprì a Roma in Piazza di Spagna, poi solo con l'acquisto di Burghy riuscì a prevalere.

Ricordo di aver visitato quel primo Mc Donald's durante il servizio militare in Alto Adige, a fine 1988: era una novità per quell'organizzazione del lavoro, così diversa dai locali italiani, ma non differiva poi molto dai Burghy milanesi, anche se - o forse è solo la nostalgia a parlare - i panini del gruppo italiano erano notevolmente più buoni...

mercoledì 29 ottobre 2008

The captain of her heart

Alla lunga serie dei cantanti e gruppi di una sola canzone dobbiamo aggiungere i Double di "The captain of her heart". Il brano, tratto dall'album "Blue" del 1985, spopolò l'anno successivo trasformandosi in un successo planetario.

I Double erano un duo svizzero, formato da Felix Haug e Kurt Maloo, che vivacchiava su canzoncine come "Nannigo", "Rangoon Moon" e "Woman of the world". La ballata tutta pianoforte e sassofono soprano di "The captain of her heart" è la loro vincita al lotto, anche se non riesce a raggiungere il numero uno nelle classifiche, pur scalandole su posizioni di prestigio: terza in Italia, quarta in Canada, ottava nel Regno Unito, nona in Francia, sedicesima negli Stati Uniti, ma solo undicesima nella natia Svizzera!

È un brano che capita spesso di sentire in radio ancora adesso ed è inserito in molte compilation romantiche.






THE CAPTAIN OF HER HEART

It was way past midnight
and she still couldn't fall asleep.
This night the dream was leaving
she tried so hard to keep.
And with the new day's morning
she felt it drift away.
Not only for a cruise, not only for a day.
Too long ago, too long apart
she could not wait another day for
the captain of her heart.
As the day came up, she made a stop.
She stopped waiting another day for
the captain of her heart.
Too long ago, too long apart
she could not wait another day for
the captain of her heart.
Too long ago, too long apart
she could not wait another day for
the captain of her heart.
As the day came up, she made a stop.
She stopped waiting another day for
the captain of her heart.
Too long ago, too long apart
she could not wait another day for
the captain of her heart.

martedì 28 ottobre 2008

La Fiat Duna

C'è un'automobile simbolo - in negativo - degli Anni '80: è la famigerata Fiat Duna, uno dei più grossi tonfi della casa torinese sul mercato.

Uscì nel 1987, quando da già quattro anni imperversava la Uno, una due volumi economica e molto diffusa. Chissà quale genio del marketing o del design concepì questo obbrobrio a tre volumi, uno dei veicoli più brutti che abbiano mai percorso le strade. Aggiungiamovi anche l'uso dell'epoca di acquistare auto dai colori non tradizionali (bordeaux, blu aviatore, rosso mattone, giallo cachi) e la povera Duna diventava ancora più ridicola.

Immagine: www.dimenticatoio.it

La Duna era in realtà solo apparentemente simile alla Uno: veniva prodotta in Argentina e Brasile ed aveva la parte meccanica derivata dalla vecchia e solida Ritmo. Per la Fiat la Duna doveva essere un nuovo cavallo di battaglia ed ereditare le vendite della gloriosa 128. Nulla di tutto ciò: al pubblico faceva proprio schifo, la sua estetica era - per fortuna - inimitabile. A ciò si aggiunsero problemi di affidabilità e piccoli inconvenienti tecnici. In breve la casa degli Agnelli corse ai ripari e propose la vettura per gli Anni '90, la Tipo, con portellone posteriore e linea più tondeggiante.

Nel 1989 fallì anche l'operazione restyling e la trasformazione in utilitaria station wagon, la Duna Weekend. Nel 1991 i soloni della Fiat si arresero all'evidenza e sospesero definitivamente la produzione, che tuttavia continuò fino al 2000 in Sudamerica. La Weekend passò sotto il marchio Innocenti e mutò nome in Elba.

Gruppi di irriducibili e masochisti nostalgici continuano a radunarsi qua e là per il mondo con le loro Fiat Duna.


ERA ORRENDO ANCHE LO SPOT



lunedì 27 ottobre 2008

Jill Jones

Jill Jones, cantante e apprezzata vocalist prima di Tina Marie e poi di Prince, per il quale recitò anche in alcuni video e nel film "Purple rain", tentò nel 1987 la carriera solista. Fu proprio il "principe" di Minneapolis a lanciare questa modella dell'Ohio di madre afroamericana e di padre italiano: scrisse le canzoni dell'album intitolato "Jill Jones" e le pubblicò con la sua etichetta Paisley Park Records.

L'album ottenne un notevole successo di critica ma non altrettanto di pubblico. Solo il brano trainante, il sensuale "Mia bocca", con una parte in italiano spagnoleggiante e sgrammaticato, ebbe buona diffusione in Europa.

Poi più nulla fino al singolo del 1993 "Bald", anche se nel 1988 era pronto un album, per il quale fu girato il video di "Boom boom": non venne mai rilasciato.

Dopo una nutrita serie di collaborazioni, con Apollonia 6, Ryuichi Sakamoto, Blondie e gli Chic, e dopo la produzione di un singolo di Lisa Lisa, Jill Jones ha finalmente pubblicato un secondo album, nel 2001, intitolato semplicemente "Two".




MIA BOCCA
(Prince-Jill Jones)

I have only had one lover
Since I was 12 years old
So I don't care how hot you get me
I wouldn't do him cold
But there's somethin' about you, baby
That's got me koo koo
Would you hold it against me
If I said I loved another?
Tu vuole la mia bocca

Tu vuole la mia bocca
I love another
Tu vuole la mia bocca
Don't want no other

Something's happenin', I just can't explain it
You're doin' somethin' to me
My body's shakin', baby, shake, shake, shakin', baby
Shakin' like a leaf on a tree
I could never be unfaithful
Baby, I could never be
Boy, I got a feelin' that I ain't used to feelin'
I gotta do somethin'
Tu vuole la mia bocca

I'll pretend I'm in a movie
A make believe dream world caprice de la drama
You can be a page in my diary
If you promise not to tell my mama

There's somethin' about you, baby
That's got me koo koo
I can't explain what's dancin' in my brain
We gotta do somethin'
Tu vuole la mia bocca

Sono caliente d' amore
Il mio labio sono resbaloso
Puoi toccare piano
Lo siento ma io voglio un altro

I love another!
I don't want no other!

Tu vuole la mia bocca
I love another

I'm going koo koo

Sono caliente d' amore
Il mio labio sono resbaloso
Puoi toccare piano
Lo siento ma io voglio un altro

Mia bocca

domenica 26 ottobre 2008

Ph.D.

Tra i gruppi di una sola canzone, vere meteore degli Anni '80, c'è una band inglese, i Ph.D., sigla che sta per "Dottore in filosofia" ma che è anche formata dalle iniziale dei cognomi dei componenti: il vocalist scozzese Jim Diamond e due ex membri del Jeff Beck Group, Tony Hymas e Simon Phillips.

Il loro primo album, intitolato "Ph.D." conteneva una hit che spopolò e raggiunse il terzo posto nella classifica inglese e il quinto in Australia: "I won't let you down".

Un altro pezzo dell'album ottenne un risultato di prestigio: "Little Suzi's on the up" fu uno dei primi cinque video trasmessi da MTV nel suo primo giorno di trasmissione, il 1° agosto 1981, naturalmente negli Stati Uniti.

Nel 1983 uscì il loro secondo album, "Is it safe?" che non ebbe successo. Conteneva il singolo "I didnt' know", che riuscì ad avere una buona diffusione in Europa, ma non nella madrepatria. Il disco non è stato neppure ristampato in CD.

Alla vigilia del tour mondiale il leader Jim Diamond si ammalò: la sua epatite distrusse il gruppo. Diamond si dedicò alla carriera solista. Nel 2006 i Ph.D. si sono riformati come duo: con Diamond c'è Hymas, che suono anche nell'eponimo album di Jim Diamond del 1988.


I WON'T LET YOU DOWN (1981)


IL TESTO

You ask me if I'm happy here
no doubt about it.
You ask me if my love is clear
want me to shout it.
Gave you the best years of my life
woman.
I know I failed to treat you right
woman.
Don't let me out of here
don't let me out of here.
I won't let you down
won't let you down again.
I won't let you down
won't let you down again.
I won't let you down
won't let you down again. . . .
You say our love is running one way
coming from your side.
No help from me to see it through to beat the high tide.
Take me and chain me if you please
woman
Don't help me dig deeper my grave
woman

Don't let me out of here
don't let me out of here.
I won't let you down
won't let you down again. . . .
I won't let you down
won't let you down again. . . .
I won't let you down
won't let you down again. . . .

sabato 25 ottobre 2008

Brooke e i Calvin

Una conturbante adolescente - "ninfetta" scrissero alcuni giornali - la sedicenne Brooke Shields, che da due anni aveva esordito nel mondo della moda, nel 1981 finì nelle pubblicità e sui manifesti di mezzo mondo a reclamizzare i jeans di Calvin Klein, stilista che proprio allora raggiungeva l'apice del successo con un fatturato di 8 milioni di dollari
Lo scandalo fu nello slogan che la ragazza pronunciava: "Vuoi sapere cosa c'è tra me e i miei Calvin? Niente".


L'anno prima, la stessa Brooke Shields scandalizzava sproloquiando dei Calvin Klein mentre li indossava da sdraiata. Naturalmente nessuno prestava attenzione a cosa stesse dicendo...

venerdì 24 ottobre 2008

Premi Oscar: 1987

MIGLIOR FILM: "Platoon", regia di Oliver Stone



ATTORE PROTAGONISTA: Paul Newman - "Il colore dei soldi"

ATTRICE PROTAGONISTA: Marlee Matilin - "Figli di un Dio minore"

ATTORE NON PROTAGONISTA: Micahel Caine - "Hannah e le sue sorelle"

ATTRICE NON PROTAGONISTA: Dianne Wiest - "Hannah e le sue sorelle"

REGIA: Oliver Stone - "Platoon"

FILM STRANIERO: "Assault - profondo nero" (De Aanslag) di Fons Rademaker (Paesi Bassi)

FOTOGRAFIA: Chris Menges - "Mission"

COLONNA SONORA: Herbie Hancock - "Round midnight"

CANZONE: "Take my breath away", musica di Giorgio Moroder e testo di Tom Withlock, cantata dai Berlin - “Top gun"



OSCAR ALLA CARRIERA: Alex North e Ralph Bellamy

giovedì 23 ottobre 2008

Il compact disc

Il 1° ottobre del 1982 veniva messo in commercio il primo lettore CD: era una rivoluzione che si annunciava all'alba degli Anni '80 e che avrebbe modificato il modo di ascoltare musica nei decenni successivi, almeno fino all'avvento dei files mp3.

La tecnologia aveva sviluppato lo standard durante il 1979, con un'operazione congiunta di ricerca tra Sony e Philips: la novità, che avrebbe mandato in pensione il vinile e le musicassette, utilizzava un sistema di lettura laser ed un supporto ad alta leggibilità che si rovinava pochissimo, a differenza dei vecchi dischi e dei nastri. Inoltre consentiva per la prima volta di scegliere le tracce automaticamente e di saltare con facilità da una all'altra. Inoltre la sua capacità era maggiore di quella di un normale 33 giri: almeno 74 minuti, ovvero circa quindici di più.



Il primo CD, impresso ad Hannover, conteneva la "Sinfonia alpina" di Richard Strauss, diretta da Herbert von Karajan. Il primo CD pop fu invece l'ultimo disco inciso dal gruppo svedese degli ABBA, "The visitors". Il primo CD a vendere più di un milione di copie fu il bellissimo "Brothers in arms" dei Dire Straits, nel 1985. L'anno seguente i Queen resero disponibile tutta la loro discografia su CD e furono i primi al mondo a compiere l'operazione.

Il primo lettore CD fu il CDP-101 della Sony, venduto alla bella somma di 900 dollari, prezzo abbordabile solo ai veri audiofili. La sorpresa fu la qualità del suono: niente più graffi, scoppietti o puntine che saltavano.


Il primo lettore CD, il Sony CDP-101

mercoledì 22 ottobre 2008

Burghy

Abbiamo visto che Burghy era il ritrovo preferito dei paninari e ne abbiamo potuto leggere il menu.
Analizziamo allora questo fenomeno tipicamente Anni '80: apparteneva alla catena di supermercati GS, a sua volta inserita nel gruppo SME. In seguito passò al magnate della carne Cremonini, che negli Anni '90 la vendette all'unico concorrente, gli americani di Mac Donald's, cui già il gruppo vendeva la carne - Cremonini tuttora rifornisce di hamburger i ristoranti del "doppio arco".
A Milano erano numerosissimi i punti vendita: da quello "principe" di San Babila a quello di Piazzale Loreto, da quello in Galleria a quello in Corso Vittorio Emanuele. Esistono ancora, ma ora sono marchiati Mac Donald's.


Quella qui sopra con labbra e denti smisurati, ritratta insieme ad altre pins promozionali del gruppo (precisamente Patty, Mr. Burghy, e Freddy), è la mascotte ufficiale di Burghy, "Willy Denty", che costituiva anche la sorpresa offerta dal fast-food (l'immagine è tratta da http://www.dimenticatoio.it/).

Qui sotto invece lo spot di Burghy di metà Anni '80


martedì 21 ottobre 2008

L'indiano di De André

L'album di Fabrizio De André conosciuto come "L'indiano" dall'immagine di copertina - "The Outlier", un dipinto di Frederic Remington che raffigura un indigeno americano a cavallo in una prateria - in realtà si intitola semplicemente "Fabrizio De André".
È la prima fatica del cantante genovese dopo il rapimento del 1979 e i lunghi mesi trascorsi in mano all'Anonima sequestri con la compagna Dori Ghezzi nel Supramonte.
Preceduto da un imponente battage pubblicitario, esce nel 1981, tre anni dopo "Rimini" e si avvale ancora della collaborazione del valido Massimo Bubola per le canzoni. Gli arrangiamenti sono di Oscar Prudente e Mark Harris.
Risente naturalmente dell'esperienza del sequestro, evocato apertamente in "Hotel Supramonte" e riecheggiato negli altri brani del disco, molto "sardo" in tutta la sua struttura, dalla caccia al cinghiale che apre "Fiume Sand Creek" all'Ave Maria tradizionale dell'isola, cantata in lingua sarda. I temi sono quelli che legano l'indiano della copertina e la terra d'adozione di De André: la natura e l'uomo appartenente ad essa, oppresso da chi sta sopra di lui e chiuso all'interno del suo stesso mondo.

lunedì 20 ottobre 2008

Alberto Cova

Gli Anni '80 dell'atletica leggera italiana hanno un nome di spicco, quello di Alberto Cova, soprannominato il "Ragioniere" non solo per il suo diploma, ma anche per il portamento esile ma elegante e la condotta in gara.

A questo brianzolo di Inverigo riuscì un'incredibile tripletta nei 10.000 metri non ancora dominati dagli atleti africani: vinse questa gara di mezzofondo nel 1982 agli Europei di Atene, nel 1983 ai Mondiali di Helsinki e nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles. A questi successi aggiunse nel 1983 la vittoria ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca.

La sua arma segreta era uno sprint incredibile: se lo portavano al finale con una gara tattica non c'era scampo, vinceva lui. Ai Mondiali di casa il finlandese Martti Vainio, che pure lo conosceva bene dagli Europei, pensò di mollare la compagnia al settimo chilometro: Cova gli tenne botta e Vainio dovette cedere al suo stesso allungo. Anche alle Olimpiadi lo sconfitto fu Vainio, che poi fu addirittura squalificato per positività all'antidoping.

Cova vinse anche la Coppa Europa del 1985, andando a trionfare anche nei 5.000. Per batterlo ci volle un altro italiano, Stefano Mei, agli Europei di Stoccarda del 1986, in una gara epica per lo sport azzurro: terzo fu infatti Salvatore Antibo. Dopo quella sconfitta qualcosa si ruppe: Cova non riuscì a qualificarsi per la finale né ai Mondiali di Roma del 1987 né alle Olimpiadi di Seul del 1988. Dopo i Giochi, a soli 30 anni, il "Ragioniere", carico di allori, si ritirò.

Nel 1994 diventerà deputato alla Camera nelle file di Forza Italia. Due anni dopo non verrà però rieletto.



Cova trionfa ai Mondiali di Helsinki nel 1983

domenica 19 ottobre 2008

Le 10 migliori secondo Rolling Stone

Nel 2004 la rivista specializzata "Rolling Stone" stilò una classifica delle migliori 500 canzoni di sempre. Da questa estrapoliamo quelle degli Anni '80 (l'ultimo numero indica la posizione nella classifica generale e testimonia in effetti lo scarso apprezzamento dei redattori per gli "eighties": solo 55 brani su 500).

1. London calling - The Clash (1980) -15
2. When doves cry - Prince (1984) - 52
3. Billie Jean - Michael Jackson (1983) - 58
4. Redemption song - Bob Marley (1980) - 66
5. Every breath you take - Police (1983) - 84
6. I still haven't found what I'm looking for - U2 (1987) - 93
7. Little red Corvette - Prince (1983) - 108
8. With or without you - U2 (1987) -131
9. Purple rain - Prince (1984) -143
10. Bring the noise - Public Enemy (1988) - 160


Salta all'occhio la passione di chi ha stilato la classifica per Prince e gli U2, così come la conoscenza assolutamente nulla della musica europea del decennio: io avrei inserito almeno "The final countdown" degli Europe, "Video killed the radio star" dei Buggles e "Take on me" degli A-ha. Forse "Rolling Stone" aveva in mente un taglio più rock, ma allora doveva specificare "le 500 migliori canzoni rock". Assolutamente criminale poi ignorare il fenomeno noto nel mondo come "Italodisco" e da noi come "dance italiana", vera protagonista del decennio in Europa.


Una copertina di "Rolling Stone"
degli Anni '80 (30 settembre 1982)

sabato 18 ottobre 2008

Don Giovanni

Il 25 marzo 1986 usciva in tutta Italia "Don Giovanni", il 14° album di Lucio Battisti, il secondo dalla rottura con Mogol ed il primo con il paroliere Pasquale Panella. Seguiva il non esaltante "E già", del 1982, per il quale Battisti si era avvalso della collaborazione della moglie, autrice dei testi con lo pseudonimo di Velezia.
L'album, realizzato a Londra con il produttore Greg Welsh e musicisti locali, aveva visto il cantautore di Poggio Bustone in studio d'incisione da ottobre a febbraio. I fans, al primo ascolto, rimasero sbigottiti: i testi erano al limite dell'incomprensibile, persi in giochi di parole, in filastrocche e scioglilingua, in miscugli di frasi aforistiche e discorsi quotidiani, addirittura nell'elenco di nomi di "Equivoci amici"; una strada che porterà ai vaniloqui dei dischi successivi. Battisti sembrava dire: le parole non contano, sono solo un accessorio, quello che davvero importa è la musica. E la musica, quella sì che era battistiana: Don Giovanni era nettamente migliore del precedente "E già", alcuni critici lo bollarono addirittura come "capolavoro". E capolavoro forse poteva esserlo, se non fosse esistito il Battisti prima maniera, quello inarrivabile dei dischi con Mogol.
Comunque il successo di vendita fu notevole, ben al di là delle pessimistiche previsioni dei discografici: i fans erano sempre con Lucio, lo sarebbero stati anche se avesse cantato l'elenco del telefono...




venerdì 17 ottobre 2008

Heike Drechsler

La Germania Democratica, riunitasi nel 1990 con quella Federale, sfornò a lungo atleti di ottimo livello - anche, si vociferava, per via del doping di stato.
Non sembrava esserci ombra però dietro una straordinaria macchina da gara, Heike Drechsler, nata nel 1964, che vinse negli Anni '80 per la Germania Democratica e negli Anni '90 per i tedeschi uniti.
La Drechsler era un'atleta versatile e veloce: gareggiava nel salto in lungo e nelle corse veloci. Si fece conoscere ai Mondiali di Helsinki del 1983, i primi disputatisi, vincendo il lungo. Nell'edizione romana del 1987 dovette accontentarsi del secondo posto nei 100 metri e del terzo nel lungo. Due bronzi nei 100 e 200 metri alle Olimpiadi di Seul. Agli Europei vinse l'oro nel lungo e nei 200 metri a Stoccarda nel 1986, vincendo poi la gara preferita, quella del lungo nelle tre edizioni degli Anni 90, a Spalato, Helsinki e Budapest. Anche alle Olimpiadi di Barcellona e Sydney conquisterà l'oro con la nuova maglia della Germania unita.
Nel lungo stabilì due volte il primato del mondo: 7,44 a Bucarest nel 1985 e 7,45 a Tallinn nel 1986, eguagliato il mese successivo a Dresda. A Jena nel 1986 eguagliò il record della connazionale Marita Koch nei 200 metri: 21"71. Quello fu un anno magico per Heike: fu eletta sportiva dell'anno nel suo paese e atleta dell'anno dalla United Press International. Nel 2000 fu inserita tra le dieci atlete tra cui scegliere l'atleta donna del secolo nella classifica della Associazione Internazionale di Atletica Leggera.


giovedì 16 ottobre 2008

Premi Oscar: 1986

MIGLIOR FILM: "La mia Africa" (Out of Africa), regia di Sydney Pollack



ATTORE PROTAGONISTA: William Hurt - "Il bacio della donna ragno"

ATTRICE PROTAGONISTA: Geraldine Page - "In viaggio verso Bountiful"

ATTORE NON PROTAGONISTA: Don Ameche - "Cocoon"

ATTRICE NON PROTAGONISTA: Anjelica Huston - "L'onore dei Prizzi"

REGIA: Sydney Pollack - "La mia Africa"

FILM STRANIERO: "La storia ufficiale" (La historia oficial) di Luis Puenzo (Argentina)

FOTOGRAFIA: David Watkin - "La mia Africa"

COLONNA SONORA: John Barry - "La mia Africa"

CANZONE: "Say you, say me", musica e testo di Lionel Richie - “Il sole a mezzanotte"



OSCAR ALLA CARRIERA: Paul Newman

mercoledì 15 ottobre 2008

Le 500 lire

La prima moneta bimetallica al mondo fu emessa nel 1982 dalla Zecca italiana: le 500 lire, pezzo di valore più elevato nella monetazione italiana di corso corrente, avevano un centro di Bronzital (ovvero bronzo) circondato da un anello di Acmonital (acciaio). La tiratura per il primo anno fu di 162.026.000 esemplari e si sarebbe mantenuta poi tra i cento e i duecento milioni l'anno. Sostituivano la banconota con la testa di Mercurio emessa nel 1974 e messa fuori corso nel 1982.

Sul diritto la moneta da 500 lire reca un profilo di testa femminile, simbolo della repubblica, dalle cui tempie spuntano ali, emblema di intelligenza e libertà. Sul rovescio è raffigurata la Piazza del Quirinale a Roma. Sull'anello un ramo di ulivo e una spiga di grano a rappresentare la pace e la prosperità. Autore del bozzetto la scultrice Laura Cretara. Le 500 lire bimetalliche, poi imitate in tutto il mondo (i 10 franchi francesi, i nuovi pesos messicani, i 5 rubli russi, i 10 baht thailandesi) sono uscite di circolazione all'avvento dell'euro il 1° marzo 2002, lasciando in eredità alle monete da 1 e 2 euro la loro anima bimetallica.

Un altro record è detenuto dalla moneta da 500 lire: fu la prima al mondo a recare il valore anche nell'alfabeto Braille per non vedenti.




Foto: Simonerossi.it

martedì 14 ottobre 2008

Mixage

Nel 1983 la Baby Records, etichetta molto attiva negli Anni '80, lancia una compilation mixata di musica dance, intitolata "Mixage". Per anni la loro uscita scandirà le stagioni ed avrà un notevole successo nonostante il prezzo maggiorato per pagare i numerosi passaggi pubblicitari televisivi (c'è infatti a giustificare il sovrapprezzo un piccolo logo "Disco TV", che sarà presto imitato da tutte le case discografiche). Sono infatti ottime per le feste: si piazza l'LP sul piatto e via per una buona mezzora senza pause.


INVERNO 1983

Immagine: Il dimenticatoio


ESTATE 1987



La compilation lanciò anche un personaggio animato, protagonista degli spot, il "cinesino", che, come si può notare qui sopra, ottenne anche la copertina della compilation.

LO SPOT DEL 1985

lunedì 13 ottobre 2008

I like Chopin

È del 1983 uno dei brani simbolo degli Anni '80, pura contaminazione tra generi, dopo il rock progressivo e la disco caratteristici degli Anni '70: "I like Chopin" di Gazebo esprime bene il cambiamento avvenuto e l'abbandono di schemi di rottura.

Se il decennio della crisi e dell'impegno politico era quello dell'essere, negli Ottanta quello che conta è l'apparire, agli altri si sostituisce il sé o il piccolo gruppo, la famosa "compagnia".

Gazebo, musicista italiano, ottiene un successo incredibile con "I like Chopin" e diventa una stella di prima grandezza grazie a quell'unica canzone, come successo ai personaggi più importanti del periodo, una sorta di meteore luminosissime. Il brano, scritto e prodotto da Pierluigi Giombini, mago della italo-dance, parte con un fantastico attacco di pianoforte. Divenne numero uno in tutta Europa, impazzò alle radio, e fu ballato nelle discoteche di tutto il continente.


I LIKE CHOPIN

Remember that piano, so delightful, unusual
That classic sensation, sentimental confusion
Used to say "I like Chopin"
Love me now and again, wooh
Rainy days never say goodbye
To desire when we are together
Rainy days growing in your eyes
Tell me where's my way
Imagine you're facin' a sunshine reflection
A vision of blue skies, Forever distractions
Used to say "I like Chopin"
Love me now and again, wooh
Rainy days never say goodbye
To desire when we are together
Rainy days growing in your eyes
Tell me where's my way
Rainy days never say goodbye
To desire when we are together
Rainy days growing in your eyes
Tell me where's my way
Rainy days never say goodbye
To desire when we are together
Rainy days growing in your eyes
Tell me where's my way
Tell me where's my way

domenica 12 ottobre 2008

Cory Aquino

Nel 1983 il rappresentante dell'opposizione al regime filippino del presidente Marcos, Benigno Aquino, venne assassinato al suo rientro in patria da agenti del governo. Sua moglie Corazón, detta Cory, a lungo esule negli Stati Uniti con il marito, prese sulle sue spalle il fardello di guida degli oppositori.

Nel 1986, alle prime elezioni libere indette da Ferdinando Marcos, la Aquino si presenta con il sostegno dei partiti di opposizione uniti e vince. ma anche Marcos dice di avere vinto. Il 25 febbraio le Forze Armate proclamano Cory presidente; Marcos lascia il paese e vivrà esule alle Hawaii con la moglie Imelda, famosa per la sua sterminata collezione di scarpe.

Corazón Aquino diventa così la prima donna presidente in un paese asiatico e "Time" la sceglie come "donna dell'anno" nel 1986. Guiderà le Filippine fino al 1992, restaurando i diritti civili e governando con saggezza, nonostante la sua scarsa esperienza: mette mano alla costituzione del 1973 e attua una riforma agraria. La sua presidenza sopravvive a sei tentativi di colpo di stato portati da frange del sistema militare vicie al ministro Ponce de Enrile. Le succederà Fidel Ramos, uno dei generali che ne aveva sostenuto la vittoria. Lei si ritira a vita privata.


sabato 11 ottobre 2008

(I just) Died in your arms


Una band di un unico successo i Cutting Crew, ma che successo! "(I just) Died in your arms" è una delle canzoni più ascoltate degli Anni '80. Inserita nell'album "Broadcast", uscì nell'estate 1986 e l'anno successivo raggiunse il primo posto nelle classifiche americane e il quarto in quelle britanniche.

La band era stata fondata nel 1985 dal vocalist inglese Nick Van Eede, che reclutò il chitarrista canadese Kevin MacMichael. L'anno successivo entrarono il bassista Colin farley e il Batterista Martin Beadle. Il nome veniva da un articolo della rivista musicale "Sound" che definiva i Queen una "cutting crew". La canzone nacque, secondo la testimonianza di Van Eede dopo una notte d'amore con la fidanzata: al mattino si mise alla tastiera e la compose.

Il brano detiene anche un record: fu il primo numero 1 in America per la neonata casa discografica di Richard Branson, la Virgin.





"(I Just) died in your arms"
(Nick Van Eede)

Oh I, I just died in your arms tonight
It must have been something you said
I just died in your arms tonight
I keep looking for something I can't get
Broken hearts lie all around me
And I don't see an easy way to get out of this
Her diary it sits on the bedside table
The curtains are closed, the cats in the cradle
Who would've thought that a boy like me could come to this
Oh I, I just died in your arms tonight
It must've been something you said
I just died in your arms tonight
Oh I, I just died in your arms tonight
It must've been some kind of kiss
I should've walked away
Is there any just cause for feeling like this?
On the surface I'm a name on a list
I try to be discreet, but then blow it again
I've lost and found, it's my final mistake
She's loving by proxy, no give and all take
'cos I've been thrilled to fantasy one too many times
Oh I, I just died in your arms tonight
It must've been something you said
I just died in your arms tonight
Oh I, I just died in your arms tonight
It must've been some kind of kiss
I should've walked away
It was a long hot night
She made it easy, she made it feel right
But now it's over the moment has gone
I followed my hands not my head, I know I was wrong
Oh I, I just died in your arms tonight
It must've been something you said
I just died in your arms tonight
Oh I, I just died in your arms tonight
It must've been some kind of kiss
I should've walked away
Oh I, I just died in your arms tonight....

venerdì 10 ottobre 2008

Il walkman

L'antenato dell'iPod, non certo così versatile, fu lanciato dalla Sony nei primissimi Anni '80: si chiamava Walkman e il marchio passò a designare tutti i mangianastri tascabili. Come adesso tutti andiamo in giro con l'iPod, allora si correva, si andava in treno, si camminava con il wakman e con le cuffie nelle orecchie, non minuscole come quelle dei moderni mp3, ma neanche grosse come quelle degli stereo.

Ci si infilava la cassetta e via: il percorso era obbligato, al massimo si poteva voltare oppure avanzare o riavvolgere veloce. Si usavano le cassette preregistrate oppure si costruivano delle compilation su misura, generalmente di durata 45 o 60 minuti, perché nastri più lunghi avrebbero danneggiato testine e motore del walkman, che andava rigorosamente a pile.

Si prendevano i 33 giri e li si registrava su cassetta per portarseli sempre con sé. Quando arrivò il CD, negli Anni '90 venne lanciato il lettore portatile, ma il suo successo fu limitato: non aveva la praticità del walkman, ingombrava. E poi arrivò l'invenzione geniale dell'iPod, un walkman da sogno...

Questo nella foto sotto, è il mio walkman, risale al 1984.


giovedì 9 ottobre 2008

Platoon

Il genio di Oliver Stone nel 1986 rivisita la guerra del Vietnam, conclusasi solo dieci anni prima, ma che negli 80 aveva lasciato ferite aperte nella società americana. Lo stesso Stone è un reduce, avendo partecipato al conflitto nel sud-est asiatico con il gruppo di Fanteria. Arriva a dire: "Nessuno ha ancora fatto un film realistico sul Vietnam". Ci prova lui, che è stato all'interno della guerra ed è stato decorato per un'azione durante l'offensiva del Tet.

1967. Il protagonista Chris Taylor (Charlie Sheen), studente di college, partito volontario per il Vietnam, scopre che la guerra ha in sé più atrocità che eroismo e vede suo malgrado infrangersi la sua visione "romantica" del conflitto nel plotone dello psicotico sergente Barnes (Tom Berenger), in conflitto con il sergente Elias (Willem Dafoe): vive così la crudeltà e il fanatismo di Barnes, che porteranno il sergente ad infierire sulla popolazione locale. In effetti lo spettatore vede ciò che accade con gli occhi di Chris e per la prima volta vede degli americani cattivi in un conflitto presentato prima di allora con un occhio di riguardo alle sofferenze americane: si pensi a "Il cacciatore". Nel 1989 "Nato il Quattro Luglio" amplierà il filone.

Nel 1987 "Platoon" vinse quattro Oscar: miglior regia, miglior montaggio, miglior film, miglior sonoro.


mercoledì 8 ottobre 2008

Premi Oscar: 1985

MIGLIOR FILM: "Amadeus", regia di Milos Forman

ATTORE PROTAGONISTA: F. Murray Abraham - "Amadeus"

ATTRICE PROTAGONISTA: Sally Field - "Le stagioni del cuore"

ATTORE NON PROTAGONISTA:
Haig S. Ngor - "Urla del silenzio"



ATTRICE NON PROTAGONISTA: Peggy Ashcroft - "Passaggio in India"

REGIA: Milos Forman - "Amadeus"

FILM STRANIERO: "Mosse pericolose" (La diagonale du fou) di Richard Dembo (Svizzera)

FOTOGRAFIA: Chris Menges - "Urla del silenzio"

COLONNA SONORA: Maurice Jarre - "Passaggio in India"

CANZONE: "I just called to say I love you", musica e testo di Stevie Wonder - “La signora in rosso"



OSCAR ALLA CARRIERA: James Stewart

martedì 7 ottobre 2008

Batman


Un grande successo commerciale ottiene nel 1989 la trasposizione cinematografica dei fumetti di Batman: il film dell'uomo pipistrello, intitolato semplicemente "Batman", è girato da Tim Burton, del quale qualche anno prima era stato apprezzato "Beetljuice". Il regista conferisce all'opera la sua visione estetica dark: la città di Gotham è lugubre, oscura, soffocante, gotica, con un'atmosfera notturna in grigio, blu e nero. Il supereroe alter ego di Bruce Wayne è impersonato da Michael Keaton. Il suo antagonista è il Joker interpretato da un grande di Hollywood: Jack Nicholson, vestito per contrasto di colori brillanti, il verde, il viola, l'arancione. Kim Basinger veste i panni della giornalista innamorata di Batman, Vicki Vale. In complesso il film risulta sì barocco, come è nello stile di Burton, ma anche poetico.



"Batman" incassa quaranta milioni di dollari nei primi tre giorni di programmazione ed è naturalmente il maggiore successo dell'anno. Questo grazie anche a una sapiente operazione di marketing e di pubblicità. Il filone dell'uomo pipistrello è ormai inaugurato, altri film seguiranno all'originale.

lunedì 6 ottobre 2008

Giddyap a gogo



È del 1983 questa collaborazione tra l'olandese Ad Visser e l'indonesiano Daniel Sahuleka. Fu un successo in Olanda e in Indonesia, a Singapore e, inspiegabilmente, in Italia. La voce esotica di Sahuleka, unita a una buona operazione di marketing potrebbe essere la chiave per motivarlo. Memorabile l'esecuzione al Festivalbar con un Ad Visser alato e un Daniel Sahuleka mascherato.


domenica 5 ottobre 2008

Il ritorno dei King Crimson

Il rock progressive dei King Crimson sembrava confinato ai primi Anni '70: il gruppo inglese non aveva più prodotto nulla dal 1974 ("Red").
Ma ecco che nel 1981 la voce della loro riunione coglie i fans di sorpresa. E ancor più sorpresi saranno all'uscita del disco, intitolato "Discipline": il rock progressive si è trasformato in un progetto musicale tipicamente anni'80, vicino alle sonarità dei Talkin' Heads e alla new wave dei Blondie, ai cui lavori i membri della band avevano partecipato.

I due dischi successivi, "Beat" (1982), e "Three of a Perfect Pair" (1984) sviluppano il disegno musicale di "Discipline". La musica è ora basata sulle chitarre di Adrian Belew e del fondatore Robert Fripp. Accanto a loro Bill Bruford degli Yes e Tony Levin, che faceva parte del gruppo di Peter Gabriel. Ma in "Three of a Perfect Pair" appare un elemento di novità: il lato B dell'Lp apre a una musica sperimentale.

Ma dopo questi album, Fripp scioglie nuovamente la band, a causa di un contenzioso con la casa discografica.

THREE OF A PERFECT PAIR (1984)


sabato 4 ottobre 2008

Blade Runner

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»

È ormai storica questa frase tratta dal finale di “Blade runner”, film americano di fantascienza del 1982, girato da Ridley Scott su un soggetto di Philip K. Dick. "Blade Runner" è divenuto un cult grazie all'atmosfera ben disegnata dalla fotografia di Jordan Cronenweth, all'interpretazione di grandi attori come Harrison Ford e Rutger Hauer e alla magnifica colonna sonora di Vangelis: un mix che ne ha decretato l'immortale successo.

La trama, liberamente ispirata al romanzo breve di Philip K. Dick "Ma gli androidi sognano pecore umane?": un poliziotto, Deckard, deve ritrovare a Los Angeles quattro androidi fuggiti dalle colonie extramondo; ma, nell'impresa, si innamora di Rachel, una replicante. Quando scova l'ultimo androide, Roy Batty, che si è macchiato di vari omicidi durante la fuga, rimane aggrappato a una trave nel vuoto in balia del replicante. Questi lo salva e dopo il famoso monologo, muore. Deckard corre a casa per portare in salvo Rachel.

Tutto il film vive di quell'opprimente atmosfera di una Los Angeles futura (la vicenda si svolge nel 2019) piovosa e oscura, inquinata e sovraffollata, priva di altre forme di vita oltre gli umani e i replicanti, dominata da un colore blu e da una luce notturna. Dopo "Blade runner" la fantascienza non è stata più la stessa...


IL CELEBRE MONOLOGO DI ROY BATTY





LA MUSICA DI VANGELIS


venerdì 3 ottobre 2008

Le cravatte strette

Un must nell'abbigliamento più raffinato, o per dirla come usa adesso, "glamour" erano le cravatte strette, segno distintivo di tutti i cantanti new wave, ma anche di David Bowie e di Elvis Costello. Kevin Bacon ne indossava una in "Footloose".

Erano probabilmente un modo di distaccarsi dai "padri", dalle cravatte regimental di foggia classica. Io, che ho sempre odiato le cravatte, ne avevo ben due strette, di pelle: una, blu, è ancora nel mio armadio, l'altra l'ho regalata a un amico che voleva pavoneggiarsi.

Ora si vedono in giro di nuovo (le indossa Massimo Callegari, conduttore di Mediaset Premium 24) e Amazon.com le vende in quattro colori al prezzo di 9,95 dollari (circa 7 euro).


giovedì 2 ottobre 2008

La One-o-one

A metà degli Anni '80 la Sanpellegrino lanciò la sua bibita alla cola, cercando di erodere il mercato ai due giganti Pepsi e Coca-Cola.

Per fare conoscere il prodotto ideò un concorso con il quale si sarebbe scelto il nome per la nuova bibita. Il concorso era una mania del periodo: lo stesso sistema venne usato per battezzare "Ciao", l'orrenda mascotte di Italia '90. Alla fine vinse "One-o-one", che richiamava una delle radio private più ascoltate all'epoca, Radio Milano International 101 (l'odierna R 101 di Mediaset): il jingle usato come stacchetto tra una canzone e l'altra era appunto "Radio 101 - One-o-one", ovvero la lettura in inglese del numero.

Mentre il successo della radio però continuò e continua tuttora, la cola "One-o-one" perse subito mercato...



LO SPOT

mercoledì 1 ottobre 2008

I Righeira

La musica dance italiana ebbe uno scossone, anzi un vero e proprio terremoto nel 1983: all'inizio dell'estate esplose sulle radio private una hit incrredibile, "Vamos a la playa", un brano elettronico ma spagnoleggiante, bizzarro, stravagante, gradevolissimo. In breve il pezzo scalò le classifiche e invase il mondo.

I due interpreti, bizzarri e stravaganti come la loro musica, si fecero conoscere subito nei programmi musicali televisivi: si facevano passare per fratelli, i "Righeira", Johnson e Michael, in realtà sono due amici torinesi, Stefano Rota e Stefano Righi. La canzone aveva anche una versione in italiano.

Il loro esordio risaliva al 1981, con "Bianca Surf", ma solo la collaborazione con i fratelli La Bionda riuscì a portarli in orbita (lo spazio, le tute spaziali, la tecnologia sono stati da sempre un chiodo fisso per i simpatici Johnson e Michael).

Il successo continuò con "No tengo dinero", "Hey Mama" e "Luciano Serra pilota". Nel 1985 la loro bizzarria fu quella di far uscire un bellissimo pezzo intitolato "L'estate sta finendo" mentre l'estate stava solo iniziando, a primavera! La canzone aveva anche una versione remix lenta, in grado ancora adesso di strappare brividi e applausi. Vinse il Festivalbar.

L'anno successivo i Righeira salirono addirittura sul palco del Festival di Sanremo (in gara!) con "Innamoratissimo": finirono al 14° posto ma non passarono di certo inosservati.
Nel 1987 uscirono altri due singoli, "Italians a gogo" e "Oasi in città".

E come moltissime star del decennio, il fantastico duo svanì nei Novanta, fino a riunirsi nel nuovo millennio. Ma della loro freschezza, della loro gioia goliardica, dell'entusiasmante ritmo delle loro musiche avremmo avuto molto bisogno in quel decennio grigio che portò al Duemila e in questo inizio secolo così tormentato...





L'ESTATE STA FINENDO (1985)



I RIGHEIRA A SANREMO (1986)




IL SITO DEI RIGHEIRA

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