giovedì 27 agosto 2009

Cover dei ‘60

Avevo già parlato del revival degli Anni ‘60, molto in voga per tutto il decennio, così come sul finire dei ‘70 molti gruppi si misero a incidere brani degli Anni ‘30 e ‘40. Ecco qualche ulteriore esempio: cover di canzoni dei mitici Anni Sessanta nell’interpretazione di artisti sulla cresta dell’onda negli ‘80:

ENRICO RUGGERI rifà VECCHIO FRAC di MODUGNO nel 1984 

 

IVAN CATTANEO vira allo ska UNA ZEBRA A POIS di MINA -1981

…e “LA BAMBOLINA CHE FA NO NO NO” dei QUELLI nel 1983

domenica 23 agosto 2009

I wanna be your lover

Suoni metallici che ricordano i Rockets e i Kraftwerk e un video a cartoni animati: così i fratelli La Bionda, reduci dai successi degli Anni ‘70 ottenuti con lo pseudonimo disco D.D. Sound, come “1… 2… 3… 4… Gimme some more!”, virano verso uno stile diverso e una carriera di produttori e autori. Scriveranno pezzi celebri per i Righeira (“Vamos a la playa”, “No tengo dinero”, “L’estate sta finendo”) e colonne sonore, in particolare per i film di Bud Spencer e Terence Hill (“Poliziotto Superpiù”, “Chi trova un amico trova un tesoro”, “Miami Supercops”).


Ma qui siamo ancora nel 1980 e questo è il mondo degli ex D.D. Sound, i fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda, autori e interpreti di “I wanna be your lover”:


I WANNA BE YOUR LOVER

Make contact
Riding in a spaceship 1984
Picking up a signal
Never heard before
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
Round control in silence
I’m here all alone
maniac transmission
changes were prove our bones
outeside in the darkness
something waits for me
Now I see his picture
Forming on TV
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
What’s this thing before me
From the depth of space
Blue and green and slimy
It ain't got no face
Sending back to Houston
Get me out of here
Voices on the speakers
Whispers in my ear
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
Wanna be your lover
Wanna be your lover
Wanna be your lover
Not just be your friend..

mercoledì 19 agosto 2009

Pubblicità 1981: automobili

Una carrellata di pubblicità di automobili del 1981, per rendersi conto dei modelli circolanti in quel periodo.

FIAT RITMO

 






LANCIA ß TREVI




AUDI 80



FORD GRANADA




BMW 520



Da notare i marchi Fiat e Audi, diversi da quelli attuali.

lunedì 17 agosto 2009

L’attimo fuggente

Il successo inatteso del 1989 nelle sale cinematografiche è un bel film di formazione del regista australiano Peter Weir, "L'attimo fuggente" (Dead Poets Society).  Il mattatore dell'opera è un grande Robin Williams: reduce dalla prestazione straordinaria in "Good Morning Vietnam", riesce a confermare le sue doti di talentuoso attore comico capace di assurgere a toni drammatici. Qui è John Keating, professore anticonformista e libertario che si trova a dover insegnare in un collegio puritano e tradizionalista dell'America sul finire degli Anni Cinquanta, l'accademia maschile Welton. La filosofia di vita di Keating è incarnata dal motto oraziano "Carpe diem", cogli l'attimo. Così cerca di insegnare ai ragazzi cosa sia la vita, cosa sia la poesia, e a gustare i giorni fino al midollo sulle tracce di Thoreau, Emerson e Whitman.

Per i critici il film era "una deportazione della coscienza riflessiva del cinema", e il personaggio di Robin Williams facile e semplicistico, con il suo richiamo demagogico all'affermazione del sé. Il pubblico non fu d'accordo: "L'attimo fuggente" entrò tra i primi dieci del box office per il 1989.

 

giovedì 13 agosto 2009

Robapazza


Tra i giochi degli Anni ’80 questa palla dai rimbalzi strani: un pesante cuore metallico posto fuori asse non consentiva alla pallina rimbalzi regolari – in pratica si comportava come se fosse un’ellittica palla ovale da rugby, pur essendo rotonda. La cosa più carina erano le decalcomanie applicate sulla superficie di gomma, che davano un’aria divertente e buffa alla palla.

Lo slogan della pubblicità, naturalmente inserita in posizione strategica su “Topolino”: "Robapazza, la palla che strumpallazza!”.

Fotografia: © Il dimenticatoio

domenica 9 agosto 2009

One night in Bangkok

Nel 1984 Bjorn Ulvaeus e Benny Andersson, i due componenti maschi degli ABBA, e il paroliere Tim Rice composero il musical "Chess", la cui trama vedeva due scacchisti - un russo e un americano - contendersi la stessa donna sullo sfondo della propaganda dei due paesi durante la Guerra Fredda, ormai agli sgoccioli.
Un brano di quel musical scalò le classifiche nel 1985: "One night in Bangkok", interpretato dall'allora quarantenne inglese Murray Head. Primo in Australia, Germania, Svizzera e nell'Eurochart, secondo in Austria e Francia, terzo negli Stati Uniti, nono in Italia, dodicesimo nel Regno Unito. Un'ombra di rap e quella veste classica dei musical ne decretarono probabilmente il successo, favorito da un buon video.




[THE AMERICAN]
Bangkok, Oriental setting
And the city don't know that the city is getting
The creme de la creme of the chess world in a
Show with everything but Yul Brynner

Time flies -- doesn't seem a minute
Since the Tirolean spa had the chess boys in it
All change -- don't you know that when you
Play at this level there's no ordinary venue

It's Iceland -- or the Philippines -- or Hastings -- or --
or this place!

[COMPANY]
One night in Bangkok and the world's your oyster
The bars are temples but the pearls ain't free
You'll find a god in every golden cloister
And if you're lucky then the god's a she
I can feel an angel sliding up to me

[THE AMERICAN]
One town's very like another
When your head's down over your pieces, brother

[COMPANY]
It's a drag, it's a bore, it's really such a pity
To be looking at the board, not looking at the city

[THE AMERICAN]
Whaddya mean? Ya seen one crowded, polluted, stinking town --

[COMPANY]
Tea, girls, warm, sweet
Some are set up in the Somerset Maugham suite

[THE AMERICAN]
Get Thai'd! You're talking to a tourist
Whose every move's among the purest
I get my kicks above the waistline, sunshine

[COMPANY]
One night in Bangkok makes a hard man humble
Not much between despair and ecstasy
One night in Bangkok and the tough guys tumble
Can't be too careful with your company
I can feel the devil walking next to me

[THE AMERICAN]
Siam's gonna be the witness
To the ultimate test of cerebral fitness
This grips me more than would a
Muddy old river or reclining Buddha

And thank God I'm only watching the game -- controlling it --

I don't see you guys rating
The kind of mate I'm contemplating
I'd let you watch, I would invite you
But the queens we use would not excite you

So you better go back to your bars, your temples, your massage
parlours --

[COMPANY]
One night in Bangkok and the world's your oyster
The bars are temples but the pearls ain't free
You'll find a god in every golden cloister
A little flesh, a little history
I can feel an angel sliding up to me

One night in Bangkok makes a hard man humble
Not much between despair and ecstasy
One night in Bangkok and the tough guys tumble
Can't be too careful with your company
I can feel the devil walking next to me

martedì 4 agosto 2009

Supercar

La macchina del tempo talvolta sembra essere Italia 1: trasmette ancora adesso “Supercar”, il telefilm che lanciò in Italia il 28 gennaio 1984. Il successo della serie è dovuto senza dubbio al mix di avventura e tecnologia, un po’ come per “La donna bionica”, “L’uomo da un milione di dollari” e “Automan”, e alla simpatia del protagonista, l’attore e cantante David Hasselhoff, che avremmo visto più avanti in “Baywatch” (a dire il vero guardavamo Pamela Andersson e le altre bagnine).

Il pilot: il detective Michael Long viene aggredito da criminali e ridotto in fin di vita. Lo salva il miliardario Wilton Knight, che lo fa sottoporre a plastica facciale e lo trasforma in Michael Knight, arruolandolo per il suo progetto di giustizia pubblica: lo fa diventare tutt’uno con KITT, un’auto parlante – una Pontiac Firebird Trans Am nera - guidata da un’intelligenza artificiale. Da lì cominciano le avventure alla difesa del bene e contro i cattivi.

Dunque, 84 episodi per quattro stagioni, dal 1982 al 1986. La serie non ebbe un finale, perché si concluse improvvisamente dopo un brusco calo di ascolti che non controbilanciava più gli alti costi di produzione.

La notizia è però che Supercar ritorna, con un rifacimento che si intitola “Knight Rider”, come nella versione originale, sul canale “Steel” del digitale terrestre di Mediaset Premium, a partire dal 28 agosto.


LA SIGLA


KITT IN AZIONE

sabato 1 agosto 2009

Pubblicità 1981: Superga Sport

Così nel 1981 Superga lanciava le sue scarpe da tennis nella pubblicità su riviste e giornali. Uno slogan che giocava sull’inammissibilità dell’idea che un paio di scarpe sportive fosse migliore delle loro. Era un periodo in cui i referendum erano all’ordine del giorno: quell’anno, il 17 maggio se ne votarono ben cinque (due sull’interruzione di gravidanza, uno sull’ergastolo, uno sull’ordine pubblico e uno sul porto d’armi) e tutti raggiunsero abbondantemente il quorum: votarono il 79,4% degli italiani. Il creativo prese spunto proprio da lì per dichiarare come migliori le Superga – in questo caso le scarpe da donna firmate dalla grande tennista Lea Pericoli.

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