venerdì 30 dicembre 2011

Il Capodanno Fininvest

 

Capodanno negli Anni ‘80: la prima cosa che mi viene in mente sono gli allucinanti spettacoli televisivi registrati delle reti Fininvest dove tutti aspettavano a reti unificate con aria finta  che arrivasse una finta mezzanotte di un finto Capodanno.

Ecco il promo per il Capodanno 1987, introdotto da Marco Columbro: i grandi nomi delle reti Fininvest ci sono tutti, dai presentatori ai cantanti, dai comici alle ballerine. E un nome inaspettato, sparato lì per ultimo come un botto: Roberto Benigni.

 

giovedì 22 dicembre 2011

Merry Christmas Baby

 

Amici del Cubo di Rubik, quest’anno gli auguri di Natale ce li fa nientemeno che Bruce Springsteen. Questo è un brano che arriva dal 1986 ed è il lato B del 45 giri “War”, cover di un pezzo di Edwin Starr del 1969. Manco a dirlo, uscì in prossimità delle feste. Una pagina del repertorio minore del Boss, ma carica del suo ritmo, che riesce a vestire il Natale con il suo tipico stile.

 

 

MERRY CHRISTMAS BABY

Bring it down, band!
Now, I just came here tonight to say...
I just wanna say...
I just wanna say...
Merry Christmas baby, you surely treat me nice
Come on, merry Christmas baby, you surely treat me nice
I feel just like I'm living, living in paradise
Now listen
Now you see, I feel real good tonight
And I got music on the radio
And I feel real good tonight
And I got music on the radio
And the boys in the band are playing pretty good!
Now, I feel just like I wanna kiss you
Underneath my mistletoe
But now listen
Santa came down chimney, half past three
With lots of nice little presents for my baby and me
Merry Christmas baby, you surely treat me nice
And I feel like I'm living, just living in paradise
Come on boys!
Well now, Santa came down chimney, half past three
With lots of nice little presents for my baby and me
Merry Christmas baby, you surely treat me nice
I feel like I'm living, I'm living in paradise
And I just came down to say
Merry Christmas baby
I just wanna say, merry Christmas baby
I just wanna say, merry Christmas baby
I just wanna say, merry Christmas baby
And happy New Year, too!
Oh yeah!
Play it boys, go!
Merry Christmas
Ha-ha-ha-ha-ha-happy New Year
Ohhhh!
Oh yeah!
Merry Christmas baby!

 

Bè, che altro dire? Merry Christmas, anzi… Buon Natale e un 2012 ricco di salute e di letizia.

mercoledì 23 novembre 2011

Albert One

 

 

Un tipo in carne vestito da pilota di Formula 1 dei tempi eroici con caschetto bianco e volante appeso al collo. Così, con Turbo Diesel, Albert One balzò alle cronache musicali italiane nel 1984: la sua era la classica italo-disco, simpaticamente allegra e un poco trasgressiva. Già il nome, Albert One (si legge in inglese, “Albert Uan”) è chiaramente gioco di parole, vista la stazza del cantante-dj, Albertone. Si tratta di Alberto Carpani, un piacentino nato nel 1956 e capace se non di bissare il successo di Turbo Diesel, almeno di dignitosissimi singoli negli anni a venire: Heart on fire e Lady O nel 1985, Secrets nel 1986, Everybody e Visions nel 1988, Loverboy nel 1989.

 

E, per la serie “Che fine hanno fatto?”, ecco qui Albert One in un’intervista nel 2010:

domenica 13 novembre 2011

Una app Anni ‘80

 

Nostalgia degli anni ‘80, di quando si ascoltava la musica in cassette, di quando le si infilava nei dock degli stereo, dei grandi impianti portatili, dei primi piccoli walkman.

Nostalgia canaglia…

E qualcuno ha pensato a noi, creando una app per iPhone, iPod Touch e iPad.

 

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Non è la stessa cosa, sappiamo tutti che è un mp3 o qualche altra diavoleria digitale che stiamo ascoltando. Ma, magari, quando mettiamo Forever young degli Alphaville, 99 Luftballons di Nena o Cosa resterà degli Anni ‘80 di Raf, ci sembrerà che il tempo non è passato…

lunedì 24 ottobre 2011

La signora Luisa

 

Uno dei tormentoni che hanno caratterizzato gli Anni ‘80 viene - come molti altri – dagli spot televisivi. Non dobbiamo dimenticare che è stato il loro decennio di lancio e creatività, grazie al fenomeno della nascita dei grandi network televisivi privati e al loro massiccio uso pubblicitario.

Ma chi è la signora Luisa? È un’energica donna delle pulizie che in uno spot del 1982 entra in casa come un ciclone e comincia a dialogare con la padrona:

- Signora Luisa! Ah, grazie di essere venuta!

- Luisa comincia presto, finisce presto e di solito non pulisce il water

- Non lo pulisce?

- No, perché nel water mette una schiuma attiva

- Una schiuma attiva nel water?

- Sì, Gled Magic Water

- Gled Magic Water…

- Rinfresca ad ogni scarico. Venga! Gled Magic Water ad ogni scarico produce una schiuma attiva che previene le macchie e dà un gradevole profumo. Gled Magic Water, la “schiumattiva” che mantiene il water pulito e profumato.

 

 

Quel “comincia presto, finisce presto e di solito non pulisce il water” entrò nelle battute di tutti i giorni nei più svariati contesti…

venerdì 14 ottobre 2011

Glory days

 

Glory Days uscì il 13 maggio 1985, quinto singolo estratto dal fortunatissimo Born in the USA di Bruce Springsteen. In realtà era stato registrato nella primavera del 1982, durante le sessioni per l’album e considerato subito uno dei pezzi di punta. Il testo narra di un uomo che ricorda i suoi “giorni di gloria” e rievoca le persone che ha conosciuto. La musica, composta con organo rock, piano honky-tonk, chitarra da garage-band e arricchita dal mandolino suonato da Steve Van Zandt, ebbe certamente una notevole parte nel successo del brano.

Glory Days salì al quinto posto dell’hit parade americana, riuscendo a portare nella top ten un’altra traccia dell’album, la quinta, come detto. Sul retro del 45 giri c’era Stand on it, un brano non presente in Born in the U.S.A.

 

GLORY DAYS

I had a friend was a big baseball player
back in high school
He could throw that speedball by you
Make you look like a fool boy
Saw him the other night at this roadside bar
I was walking in, he was walking out
We went back inside sat down had a few drinks
but all he kept talking about was
Glory days well they'll pass you by
Glory days in the wink of a young girl's eye
Glory days, glory days
Well there's a girl that lives up the block
back in school she could turn all the boy's heads
Sometimes on a Friday I'll stop by
and have a few drinks after she put her kids to bed
Her and her husband Bobby well they split up
I guess it's two years gone by now
We just sit around talking about the old times,
she says when she feels like crying
she starts laughing thinking about
My old man worked 20 years on the line
and they let him go
Now everywhere he goes out looking for work
they just tell him that he's too old
I was 9 nine years old and he was working at the
Metuchen Ford plant assembly line
Now he just sits on a stool down at the Legion hall
but I can tell what's on his mind
Glory days yeah goin back
Glory days aw he ain't never had
Glory days, glory days
Now I think I'm going down to the well tonight
and I'm going to drink till I get my fill
And I hope when I get old I don't sit around thinking about it
but I probably will
Yeah, just sitting back trying to recapture
a little of the glory of, well time slips away
and leaves you with nothing mister but
boring stories of glory days

 

GIORNI DI GLORIA

Avevo un amico che era un grande giocatore di baseball
quando era alle superiori
Poteva tirarti quella palla veloce vicino
Ti faceva sembrare stupido
L'ho rivisto l'altro giorno in questo bar lungo la strada
Io stavo entrando, lui usciva
Siamo tornati dentro insieme, ci siamo seduti e abbiamo bevuto qualche drink
Ma tutto ciò di cui continuava a parlare erano
I giorni di gloria, beh, ti sono passati accanto
Giorni di gloria negli ammiccamenti di una giovane ragazza
Giorni di gloria, giorni di gloria
Beh c'è una ragazza che se la passa bene in questo isolato
Ai tempi della scuola faceva voltare tutti i ragazzi
Prima o poi, un venerdì, mi fermerò
per un paio di drink dopo che avrò messo i bambini a letto
Lei e suo marito Bobby, beh, si sono lasciati
Ci scommetto saranno passati già un paio d'anni
Ci metteremo seduti semplicemente, parlando dei vecchi tempi
Racconta di come si sente piangendo
comincia a ridere ripensando
Ai giorni di gloria, beh, ti sono passati accanto
Giorni di gloria negli ammiccamenti di una giovane ragazza
Giorni di gloria, giorni di gloria
Mio padre ha lavorato 20 anni in fabbrica
e ora l'hanno lasciato a casa
E ora ovunque vada per chiedere lavoro
Gli rispondono che è troppo vecchio
Avevo 9 anni e lui lavorava
per la catena di montaggio della Mentuchen Ford
E ora sta solo seduto su un panchetto fuori dall'ingresso della Legione
ma non saprei dire cosa gli passa per la testa
Giorni di gloria, sì, che tornano indietro
Giorni di gloria che non abbiamo mai avuto
Giorni di gloria giorni di gloria
Penso che andrò al pozzo stasera
e berrò finché non sarò pieno
E spero che, quando sarò vecchio, non starò seduto da qualche parte a pensarci
ma probabilmente sarà così
Sì, semplicemente stando lì seduto cercando di riacciuffare
un po' della gloria, beh il tempo scivola via
e ti lascia senza niente se non
Noiose storie di giorni gloriosi

lunedì 12 settembre 2011

Russians

 

Nel 1985 si potevano intravedere i primi segni dello scricchiolio dell’impero sovietico: l’URSS, dopo gli anni granitici di Kruscev e Breznev era passata per oscuri notabili di partito, Yuri Andropov e Konstantin Chernenko, morti dopo poco tempo di presidenza. Nell’aria c’erano segni di rinnovamento, i primi segni delle riforme che sarebbero arrivati con Mikhail Gorbaciov e la sua perestroika prima e con il decisionismo di Boris Eltsin che avrebbe posto fine all’Unione nel 1991.

E questi segnali colse Sting, fuoruscito dai Police e autore del suo primo album solista, in uno dei pezzi più belli di The Dream of the Blue Turtles, disco dai toni jazz: Russians, uscita come singolo il 1° novembre 1985, parla di Guerra Fredda e della necessità di finirla una buona volta, abbandonandosi all’amore per i propri figli, assicurando loro un futuro migliore.

Il brano, basato per quanto riguarda la musica su una variazione del  Lieutenant Kije Suite, Op. 60 di Sergej Prokofiev, ebbe un successo straordinario in Francia, dove raggiunse il 2° posto delle classifiche, un po’ meno nel resto del mondo: 8° in Olanda, 16° negli USA, 12° nel Regno Unito. Notevole invece il video, in un rigoroso bianco e nero.

 

 

RUSSIANS

In Europe and America, there's a growing feeling of hysteria
Conditioned to respond to all the threats
In the rhetorical speeches of the Soviets
Mr Krushchev said we will bury you
I don't subscribe to this point of view
It would be such an ignorant thing to do
If the Russian love their children too
How can I save my little boy from Oppenheimer's deadly toy
There is no monopoly of common sense
On either side of the political fence
We share the same biology
Regardless of ideology
Believe me when I say to you
I hope the Russians love their children too
There is no historical precedent
To put the words in the mouth of the president
There's no such thing as a winnable war
It's a lie we don't believe anymore
Mr Reagan says we will protect you
I don't subscribe to this point of view
Believe me when I say to you
I hope the Russians love their children too
We share the same biology
Regardless of ideology
What might save us me and you
Is that the Russians love their children too

 

In Europa e in America, c'è un crescente senso d'isteria
Condizionato in risposta alle minacce
Dei retorici discorsi dei Sovietici
Il sig. Kruscev ha detto “Vi seppelliremo”
Io non sottoscrivo questo punto di vista
Sarebbe una cosa ignorante da fare
Se anche i Russi amano i loro bambini
Come posso salvare il mio ragazzo dal giocattolo di morte di Oppenheimer?
Non c'è monopolio nel senso comune
Da ogni lato dello schieramento politico
Condividiamo la stessa biologia
A dispetto dell'ideologia
Credimi quando te lo dico
Spero che anche i Russi amino i loro bambini
Non c'è precedente storico
Per mettere le parole in bocca al Presidente
Non c'è nessuna guerra da vincere
È una bugia in cui non ci crediamo più
Il sig. Reagan dice “Noi ti proteggeremo”
Non sottoscrivo questo punto di vista
Credimi quando te lo dico
Spero che anche i Russi amino i loro bambini
Condividiamo la stessa biologia
A dispetto dell'ideologia
La cosa che può salvare noi, me e te
È che anche i Russi amino i loro bambini

lunedì 5 settembre 2011

Vito Catozzo

 

Nella “fauna” di Drive in, la trasmissione cult degli Anni ‘80 c’era una guardia giurata molto particolare, Vito Catozzo, uno dei più riusciti personaggi di Giorgio Faletti, allora comico televisivo e non ancora affermato giallista e attore cinematografico.

Vito Catozzo, meridionale di Scuncellata a mare, raccontava dei suoi interventi “eroici” (Vaccelo a chiedere a Toto il guercio chi è Vito Catozzo. Ti dirà: Vito Catozzo chi? Ma con rispetto, mondo cano!) e parlava della propria famiglia in un italiano sgrammaticato:  dalla moglie Derelitta, alta 1 m e 40 e del peso di 140 kg, “praticamente un cubo”, al figlio gay Oronzo (che lui si ostinava a credere un impenitente dongiovanni contro ogni evidenza). Vito Catozzo era un fan sfegatato di Adriano Celentano, si dichiarava “macchio” (macho) e terminava ogni frase con il tormentone “porco il mondo che ci ho sotto i piedi”.

 

martedì 2 agosto 2011

Il box office degli Anni ‘80

 

Quali sono stati i film più visti nel decennio?

1. E.T. – L’extraterrestre   $ 756,700,000 1982
2. L’impero colpisce ancora $ 533,800,000 1980
3. Indiana Jones e l’ultima crociata $ 494,800,000 1989
4. Batman $ 413,200,000 1989
5. I predatori dell’arca perduta $ 383,900,000 1981
6. Rain man $ 354,825,435 1988
7. Ritorno al futuro $ 350,600,000 1985
8. Chi ha incastrato Roger Rabbit? $ 349,200,000 1988
9. Top gun $ 344,800,000 1986
10. Indiana Jones e il tempio maledetto $ 333,000,000

1984

Il film più visto, E.T – L’extraterrestre, è attualmente al 39° posto nel box office dei più visti di ogni tempo. Tra i primi 300 anche altri film del decennio: Ritorno al futuro parte II (1989), Mr Crocodile Dundee (1986), Attrazione fatale (1987), Un piedipiatti a Beverly Hills (1984), Rocky IV (1985), Rambo II (1985), Un piedipiatti a Beverly Hills 2 (1987), Senti chi parla (1989), Ghostbusters (1984), Il principe cerca moglie (1988).

giovedì 28 luglio 2011

Everybody wants to rule the world

 

La musica degli Anni ‘80 si divide generalmente in due, tralasciando i mostri del rock: dance italiana, nota all’estero come italodisco, e new wave. Un pezzo decisamente new wave è questa “Everybody wants to rule the world” dei Tears For Fears, duo britannico formato da Roland Orzabal e Curt Smith. Mi sono tornati in mente l’altra sera, quando ho visto appunto un invecchiatissimo Curt Smith (be’, insomma, ha 51 anni) mettersi in gioco in un episodio della divertente serie americana Psych.

I Tears for Fears già avevano sfondato l’anno prima con Shout e avevano all’attivo già un album, The Hurting, del 1983. A fine febbraio del 1985 uscì il loro nuovo LP, Songs from the Big Chair e il 18 marzo venne lanciato il singolo: Everybody wants to rule the world, appunto.

 

Il brano non convinceva Orzabal, che intendeva escluderlo dall’album. Ma i produttori riuscirono a persuaderlo che non era un corpo estraneo tra le altre canzoni. Lo incisero, e scalò le classifiche: primo negli Stati Uniti, in Canada e Nuova Zelanda, secondo in Inghilterra, Australia, Irlanda e Olanda. E brano di culto per gli autori di telefilm, visto che appare nelle colonne sonore di episodi di Numb3rs, Cold Case, ER, Psych, Malcolm in the middle, e nel promo di The West Wing.

 

 

EVERYBODY WANTS TO RULE THE WORLD

Welcome to your life
There's no turning back
Even while we sleep
We will find you
Acting on your best behaviour
Turn your back on mother nature
Everybody wants to rule the world
It's my own design
It's my own remorse
Help me to decide
Help me make the most
Of freedom and of pleasure
Nothing ever lasts forever
Everybody wants to rule the world
There's a room where the light won't find you
Holding hands while the walls come tumbling down
When they do I'll be right behind you
So glad we've almost made it
So sad they had to fade it
Everybody wants to rule the world
I can't stand this indecision
Married with a lack of vision
Everybody wants to rule the world
Say that you'll never never never never need it
One headline why believe it ?
Everybody wants to rule the world
All for freedom and for pleasure
Nothing ever lasts forever
Everybody wants to rule the world

 

TUTTI VOGLIONO GOVERNARE IL MONDO

Benvenuto nella tua vita
non ci si volta indietro
Persino mentre dormiamo
Ti troveremo
Comportandoti nel modo migliore
Volgi le spalle a madre natura
E’ il mio proposito
E’ il mio rimorso
Aiutami a decidere
Aiutami a sfruttare al massimo
La libertà e il piacere
Nulla dura mai per sempre
Tutti vogliono governare il mondo
C’è una stanza dove la luce non ti troverà
Ci terremo le mani mentre i muri crolleranno
Quando accadrà sarò accanto a te
Felice di avercela quasi fatta
Triste perché hanno dovuto farlo svanire
Tutti vogliono governare il mondo
Non riesco a sopportare questa indecisione
Sposato con una mancanza di visione
Tutti vogliono governare il mondo
Dì che non ne avrai mai mai mai mai bisogno
Sui titoli dei giornali perché crederci?
Tutti vogliono governare il mondo
Tutto per la libertà e per il piacere
Nulla dura mai per sempre
Tutti vogliono governare il mondo

lunedì 18 luglio 2011

Il Buggzzum

 

Mi sa che pochi si ricorderanno “Il Buggzzum”, quiz andato in onda nel 1981 e nel 1982 alle 20.00 su TeleMonteCarlo – l’odierna La7 – che trasmetteva programmi al limite dello sperimentale ma proprio per questo interessanti, condotti generalmente da voci dell’emittente radiofonica di lingua italiana del Principato.

“Il Buggzzum” era un oggetto misterioso da indovinare: veniva proposta un’immagine e il pubblico in sala doveva porre delle domande alle quali il conduttore poteva rispondere solo “sì” o “no”. Quando la risposta era affermativa, il concorrente vinceva qualcosa; il montepremi intanto cresceva e cresceva e l’oggetto rimaneva misterioso per giorni. Uno di essi era, pensate un po’, una “scatola per solini inamidati”.

Il conduttore era il simpatico Roberto Arnaldi, voce di RMC.

Dal quiz venne realizzato anche un gioco in scatola.

sabato 9 luglio 2011

A moment in sunshine

 

Abbiamo già parlato di I wanna be your lover, il grande successo disco dei fratelli La Bionda.

Andiamo adesso a estrarre da quell’album del 1980 un’altra traccia, la quarta e ultima del lato A, che si intitola “A moment in sunshine”. Apprezziamo le sue sonorità di frontiera, ancora un po’ anni ‘70 e già un po’ precorritrici del nuovo sound. I La Bionda però non pubblicheranno più album, si dedicheranno alla produzione di gruppi come i Rockets e i Righeira e sfrutteranno la loro energia compositiva per colonne sonore di film italiani di cassetta (Poliziotto superpiù, Miami Supercops, Chi trova un amico trova un tesoro, Cane e gatto, Roba da ricchi).

 

sabato 25 giugno 2011

Le figurine Mira Lanza


Ho già parlato della raccolta punti che permetteva di avere i regali del Mulino Bianco, ma numerosi erano i marchi che prevedevano questo metodo per “fidelizzare” i clienti, come si dice oggi, ovvero invogliarli all’acquisto con la promessa di un premio. Accade tuttora con la Ferrero, ad esempio, o con i “punti fragola” Esselunga.

Un bel metodo è quello scelto dalla Mira Lanza: la ditta genovese di detersivi, già negli Anni ‘50, ‘60 e ‘70, sull’onda dell’analogo marketing americano, aveva realizzato la sua raccolta punti per mezzo di figurine di cartone da raccogliere: una volta ottenuto il numero di punti necessari per ritirare il premio scelto, le si consegnava al rivenditore – non erano ancora i tempi dei grandi supermercati, di solito era il negozietto di fiducia.

Le figurine vennero rinnovate nel corso degli Anni ‘80 con l’Olandesina, testimonial pubblicitaria già sul finire dei ‘60,, sostituita da Calimero, il pulcino nero, nei ‘70 e tornata modernizzata negli spot televisivi degli ‘80. C’erano quattro serie di figurine: “India misteriosa”, “Favoloso Islam”, “Grande Nord” e “Africa nera”, che riportavano un’immagine sul recto e una spiegazione sul verso.






In questo dépliant informativo possiamo anche apprezzare la grafica in uso nei primi anni ‘80 e la presenza di prodotti ormai spariti dal mercato. Nel 1989 la Mira Lanza venne infatti acquisita dalla britannica Reckitt Benckiser. Ava e Calinda sono ancora sui nostri scaffali, Lip è ora divenuto Lip-Woolite, Kop e Perla sono commercializzati solo in Polonia. Biol si è estinto…



Questo invece lo spot di Ava, con Corrado come testimonial:


Fotografie: Figurine © DR / Dépliant © marcoeula.tripod.com

domenica 12 giugno 2011

Sinclair ZX Spectrum

 

Dopo lo ZX-80 e lo ZX-81, Sinclair lanciò nel 1982 l’evoluzione Spectrum, che in Europa si trasformò in breve nel principale concorrente del Commodore 64. Venne presentato il 23 aprile e rimase in commercio per due anni, prima di essere soppiantato dalle nuove versioni. Il nome Spectrum, invece della sigla numerica, fu scelto per indicare che era in grado di mostrare lo spettro di colori, cosa che i suoi predecessori non potevano fare.

Qualche dato tecnico: la CPU era una Zilog Z80A @ 3.5MHz con 16K di RAM e sistema operativo BASIC; il display, a otto colori, consentiva 32 x 24 righe di testo, la grafica era 256 x 192 – naturalmente si connetteva a un televisore – i dati potevano essere registrati su cassette e stampati con una periferica opzionale dedicata, la stampante termica Sinclair. Costava 398.000 lire, 498.000 lire nella versione a 48 k, che, considerato il coefficiente di rivalutazione, corrispondono  a una somma rispettivamente pari a circa 650 euro e 800 euro.

Lo Spectrum era molto semplice, ma, grazie alla sua livrea nera, ai tasti multifunzione in lattice e soprattutto alle sue prestazioni, seppe in breve attirare i suoi estimatori, che resistono tuttora, a distanza di trent’anni.

 

LA STAMPANTE ZX

lunedì 30 maggio 2011

Aperol e Holly Higgins

 

Una pubblicità sexy dal 1988: è quella di Aperol, girata a Miami.

Ecco cosa dice l’azienda a proposito della strategia commerciale nel decennio: “Gli anni ottanta segnano un cambiamento nella strategia di comunicazione. La ragazza Aperol, bellissima e spontanea, diventa la testimonial dello stile Aperol: semplice, fresca e spontanea. Holly Higgins fa girare la testa agli italiani, mentre si tira su la minigonna per raggiungere in moto gli amici ad un bar di Miami, mentre lo storico slogan recita: “Non so voi, ma io bevo Aperol”.

Certo che a noi maschietti Holly Higgins è rimasta in mente a lungo…

lunedì 23 maggio 2011

Forever young

 

Nella mia ideale top ten musicale del decennio c’è, e ai posti più alti, una canzone dei tedeschi Alphaville, “Forever Young”, che può essere considerata il vero inno dei ragazzi degli Anni ‘80 – alle ragazze consentiamo invece di fare il verso a Madonna con “Like a virgin”.

“Forever young”, dicevo: ha avuto un successo postumo, perché allora raggiunse il primo posto solo in Svezia, il terzo in Italia, Norvegia e Svizzera e il quarto – con disco d’oro per le 250.000 copie vendute – nella natia Germania. Ma è un pezzo che ha cavalcato i decenni ed è stato oggetto di numerose cover… Perché tutti vorrebbero essere “per sempre giovani”.

 

FOREVER YOUNG

Let's dance in style, lets dance for a while
heaven can wait we're only watching the skies
hoping for the best but expecting the worst
are you going to drop the bomb or not?
let us die young or let us live forever
we don't have the power but we never say never
sitting in a sandpit, life is a short trip
the music's for the sad men
can you imagine when this race is won
turn our golden faces into the sun
praising our leaders we're getting in tune
the music's played by the madmen
forever young, I want to be forever young
do you really want to live forever, forever and ever
some are like water, some are like the heat
some are a melody and some are the beat
sooner or later they all will be gone
why don't they stay young
it's so hard to get old without a cause
I don't want to perish like a fading horse
youth is like diamonds in the sun
and dimonds are forever
so many adventures couldn't happen today
so many songs we forgot to play
so many dreams are swinging out of the blue
we let them come true.

 

(Traduzione: PER SEMPRE GIOVANE)

Balliamo con stile, balliamo per un po’
il Paradiso può aspettare
stiamo solo guardando il cielo
sperando per il meglio
ma aspettandoci il peggio
stai per far cadere la bomba o no?
Moriamo giovani o viviamo per sempre
non abbiamo il potere
ma non diciamo mai mai
stiamo seduti in una cava di sabbia
la vita è un viaggio breve
la musica è per gli uomini tristi
riesci ad immaginare quando
questa gara sarà vinta?
Giriamo i nostri volti dorati verso il sole
lodando i nostri capi, entriamo in melodia
la musica è suonata dai pazzi.
Per sempre giovane,
voglio essere per sempre giovane
vuoi davvero vivere per sempre?
Per sempre e per sempre
alcuni sono come l'acqua
alcuni come il calore
alcuni come una melodia
e alcuni sono il battito
prima o poi, moriranno tutti
perché non rimangono giovani?
È così difficile invecchiare senza una ragione
non voglio morire come un cavallo che si dissolve
la gioventù è come i diamanti nel sole
e i diamanti sono per sempre
così tante avventure non potevano accadere oggi
così tante canzoni che abbiamo dimenticato di suonare
così tanti sogni si realizzano di punto in bianco
gli permetteremo di avverarsi.

mercoledì 13 aprile 2011

1984

 

Uno degli album più particolari del decennio è “1984 (For the love of Big Brother)” degli Eurythmics. Il duo formato da Annie Lennox e David Stewart sfornò una colonna sonora molto particolare per l’omonimo film tratto dal romanzo scritto nel 1948 da George Orwell. Il soul sintetico degli Eurythmics rende al meglio le scene ossessionanti della ipotetica società immaginata da Orwell, dove il Grande Fratello (quello vero, non la parodia miseranda fatta dalla televisione odierna) governa in modo autoritario tenendo i cittadini sotto il controllo delle telecamere, considera il sesso un reato e fa riscrivere la storia secondo le esigenze del Partito.

L’INIZIO DEL FILM

 

SEXCRIME

Tanti pezzi strumentali e altri con il testo tratto dal romanzo. Il brano portante, quello poi lanciato sulle radio di tutto il mondo, è “Sexcrime (Nineteen eighty-four)”, che scala le classifiche europee e americane, fino al terzo posto in Belgio e Sevzia, al quarto nel Regno Unito e in Francia, ma stranamente resta fuori da quella italiana.

 

SEXCRIME (NINETEEN EIGHTY-FOUR)

Sex sex - crime crime
Can I take this for granted with your eyes over me?
In this place this wintery home
I know there's always someone in.
Sex crime
sex crime - 1984
1984.
And so I face the wall
turn my back against it all.
How I wish I'd been unborn wish I was unliving here.
Sex crime
sex crime - 1984
1984.
I'll pull the bricks down one by one.
Leave a big hole in the wall just where you are looking in.
Sex crime
sex crime - 1984
1984.

 

MINISTRY OF LOVE

 

JULIA

venerdì 8 aprile 2011

Conto su di te

 

Visto il successo sulle reti Fininvest di game show come “Tra moglie e marito”, “M’ama non m’ama” e “Il gioco delle coppie”  Rai Due nel 1988 pensò bene di lanciarsi nel settore: il programma era “Conto su di te” e debuttò il 29 gennaio per concludersi il 27 maggio. Lo presentava Jocelyn, affiancato da una giovanissima Emanuela Folliero. Enzo Beruschi, reduce dal Drive In di Italia 1 fungeva da arbitro sui generis.

Tre coppie di concorrenti (rigorosamente marito e moglie) si sfidavano in vari giochi per eliminare una coppia. Poi si sconfinava nell’ambito di “Tra moglie e marito” grazie allo sponsor Postal Market: le coppie dovevano indovinare cosa avrebbe scelto dal catalogo (ristretto) il partner.

La coppia vincente partecipava al gioco finale: una macchina rovesciava sul tavolo una bella quantità di banconote da 50.000 lire e il marito doveva contarle: solo riuscendo a contarle esattamente le poteva vincere. Per ostacolarlo, venivano poste delle domande alla donna: ogni volta che questa sbagliava si scatenava un disturbo, da galline sul tavolo a un clown che spalmava di maionese il viso dell'uomo, da donne provocanti che danzavano a ventilatori che scompigliavano le banconote.

L’anno successivo il programma venne condotto da Rosalinda Celentano e Pietro Ghislandi, ventriloquo con il pupazzo Giosellino. Andò in onda di venerdì, dal 3 febbraio al 2 luglio. Poi, naturalmente, venne soppresso.

 

domenica 27 marzo 2011

Mirage (Stasera la luna)

 

È il 1986 quando Mirage invade le spiagge e le piste delle discoteche: è un testo in inglese, come tradizione della dance nostrana, ma con ritornello in italiano. A cantarla sono gli Scotch, gruppo creato da Mario Cangelli con Vince Lancini e Fabio Margutti. Il singolo bissa il successo di Disco Band e sarà ripreso nel 2004 da Paps’n’skar.



Mirage raggiunse il 19° posto in classifica in Italia e il 56° in Germania, ma fu un vero e proprio delirio in Svezia, dove si insediò in vetta alla hit parade.

 

 


MIRAGE

Stasera la luna
ci porterà fortuna, la luna
Stasera la luna
ci porterà fortuna, la luna
ci porterà.....

It's raining again, this morning
the end of the seaside
Nobody can change
with a strength
the way of the river of life
Every day, every night
we talked about the same old stories
Every day, every time
we put it in the hand of glory

Stasera la luna
ci porterà fortuna, la luna (x 4)
Ci porterà

It's raining again, this morning
the end of the seaside
Nobody can change
with a strength
the way of the river of life
Every day, every night
we talked about the same old stories
Every day, every time
we put it in the hand of glory

Stasera la luna
ci porterà fortuna, la luna (x 4)

Every day, every night
we talked about the same old stories
Every day, every time
we put it in the hand of glory

Stasera la luna
ci porterà fortuna, la luna (x 4)
Ci porterà

martedì 8 marzo 2011

L’hit parade del 5 dicembre 1980

 

L’altro giorno mi è capitato di rivedere parte di una puntata di Popcorn, il programma musicale degli Anni ‘80 trasmesso da Canale 5. In particolare, si trattava della puntata del 5 dicembre 1980. I conduttori erano il pianista Augusto Martelli - garofano rosso da socialista all’occhiello, barba di tre giorni, abito elegante – e Ronnie Jones, un nero allampanato con i baffi. Comunque, la parte che ho visto, sovrainciso il resto da un film su una vecchissima videocassetta Beta, conteneva l’Hit Parade degli LP: ed è quella che vi propongo oggi.

CLASSIFICA LP del 5 DICEMBRE 1980:

1. DALLA, Lucio Dalla

2. ZENYATTA MONDATTA, Police

3. STOP, Pooh

4. UPRISING, Bob Marley

5. DIANA, Diana Ross

6. TREGUA, Renato Zero

7. MAKING MOVIES, Dire Straits

8. HOTTER THAN JULY, Stevie Wonder

9. THE WANDERER, Donna Summer

10. HAWKES AND DOVES, Neil Young

Un po’ di tutto, come si può notare: dal pop italiano di Dalla, Renato Zero e dei Pooh al reggae di Bob Marley, dal folk-rock di Young al rock dei Dire Straits e dei Police, dal rhythm & blues di Stevie Wonder agli ultimi rimasugli della disco-music con Diana Ross e Donna Summer. La dance italiana, nota all’estero come italo-disco, vero exploit del decennio, era ancora di là da venire.

giovedì 24 febbraio 2011

In the Army now

Due fratelli olandesi, Ron e Ferdi Bolland – in arte  “Bolland & Bolland” – nel 1981 incisero un pezzo che uscì dal paese dei tulipani e ottenne un discreto successo in tutta Europa: si intitolava “You’re in the Army now”.



Il brano arrivò alle orecchie di Francis Rossi, il cantante del gruppo inglese Status Quo: gli piacque, ma pensò di rimaneggiarlo un po’ e di rivestirlo con le sonorità tipiche della band, consone al sound anni ‘80. È il 1986 quando lo pubblicano in 45 giri e lo lanciano con un video che mostra la durezza della vita militare e riflette sull’inutilità della guerra. Il titolo viene accorciato: “In the Army now”. È un successo ancora maggiore: il pezzo arriva ai vertici delle hit parade in Austria, Germania, Svizzera e Irlanda, ed è secondo in Francia, Norvegia e Regno Unito.




YOU’RE IN THE ARMY NOW
A vacation in the foreign land
Uncle Sam does the best he can
You're in the army now (wooh woooh)
you're in the army... now

Now you remember what the draftman said:
"Nothin' to do all day but stay in bed"
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

You'll be the hero of the neighbourhood
Nobody knows that you left for good
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

Smiling faces on the way to Nam
But once you get there noone gives a damn
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)

Handgrenades flying over your head...
Missiles flying over your head
if you wanna survive
get out of her bed
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

Shots ring out in the dead of night
The sergant calls "Stand up and fight!"
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

You've got your orders
to shoot on sight...
Your fingers on the trigger
But it don't seem right
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

Night is falling and you just cant see
is this illusion or reality?
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now
You're in the army now (wooh woooh)
You're in the army... now

(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)
(Da da da da dam daam)

domenica 13 febbraio 2011

Sanremo 1982

 

Il Festival di Sanremo del 1982 si svolse alla fine di gennaio, dal 28 al 30, condotto ancora una volta da Claudio Cecchetto – non era la kermesse ingessata di oggi che cerca l’ascolto, ma un vero festival di musica, quindi affidato a un esperto dee-jay – con Daniele Piombi, il classico presentatore, e Patrizia Rossetti.

Vinse il trionfatore dell’estate, Riccardo Fogli, che dopo Malinconia, al Festival sfornò Storie di tutti i giorni, esibendosi in smoking sul palco con uno scenografico chitarrista rock a fargli compagnia. Vinse lui, per fortuna, perché al secondo posto si piazzò Felicità, brano kitsch di Al Bano e Romina Power. Terzo un sorprendente Drupi, con Soli.

 

IL VINCITORE

 

Le altre canzoni finaliste furono classificate a pari merito: Beguine di un redivivo cantante dei ‘60, Jimmy Fontana; Blue Hotel della statunitense Lene Lovich, C’è di Elisabetta Viviani, ex compagna di Gianni Rivera, la bellissima E non finisce mica il cielo scritta da Ivano Fossati per Mia Martini – Premio della critica, Io no di una combattiva Anna Oxa, Lisa, brano scritto da Zucchero per l’idolo delle ragazzine Stefano Sani, Marinai del gruppo progressive Le Orme, Non voglio ali di Riccardo Del Turco, altro residuo dei ‘60, Ping pong del simpatico belga Plastic Bertrand, Quando incontri l'amore dello sdolcinato trio Milk and Coffee, Romantici di Viola Valentino, all’epoca compagna del vincitore Riccardo Fogli, Sei la mia donna di Mal, altra icona dei ‘60, Sette fili di canapa, filastrocca di Mario Castelnuovo, Solo grazie  di Giuseppe Cionfoli, che fece scalpore perché in quel periodo era ancora un frate), Strano momento del cantautore Roberto Soffici, Tu stai di un onnipresente Bobby Solo, Un'altra vita un altro amore del melodicissimo Christian, Vado al massimo di un Vasco Rossi particolarmente fuori ruolo (canta in playback infilando il microfono in tasca, poi lo getta tra il pubblico!), e infine Una notte che vola via di un giovane Zucchero, che ancora si firma Fornaciari.

 

STEFANO SANI (per signore e signorine)

 

VASCO (da vedere assolutamente!)

 

MIA MARTINI (Premio della critica)


Non superarono il taglio e rimasero fuori dalla finale: America in di Orietta Berti, che provava a rilanciarsi,  Biancaneve di Rino Martinez, Centomila amori miei di Marina Lai, voce dei jingles Postal Market, Cuore bandito di Julie, Facciamo la pace di Claudio Villa, relitto dei ‘50, Non arrenderti mai di Piero Cassano, ex autore dei Matia Bazar e futuro produttore di Eros Ramazzotti e Una sporca poesia di Fiordaliso, che troverà poi spazio nei reality e nei salotti tivù degli anni 2000.

Una valanga di ospiti: dalle canzoni comiche di Pippo Franco, Nino Manfredi e Diego Abatantuono alla disco music dei Village People e di Gloria Gaynor, dal folk-rock di Donovan e degli America, dal rockabilly degli Stray Cats al rock più o meno duro dei Kiss, dei Van Halen, di Hall & Oates, dal pop di Marianne Faithfull e dei Bee Gees agli italiani: il motociclista cantante Marco Lucchinelli, Claudia Mori e il francese Johnny Hallyday con un brano cantato nella nostra lingua.

giovedì 10 febbraio 2011

Sanremo 1981

 

Il Festival di Sanremo del 1981 rianimò un poco le asfittiche emozioni musicali della kermesse: per la prima volta da tanti anni infatti molte delle canzoni presentate riuscirono a entrare in classifica, la raccolta del Festival giunse addirittura al primo posto.

Nessuna polemica relativa ai presentatori: un bravo Claudio Cecchetto, affiancato da Eleonora Vallone, Nilla Pizzi e Franco Solfiti. Lo scalpore lo fecero i Ricchi e Poveri, che invece che in quattro si presentarono in tre, escludendo Marina Occhiena, che avrebbe rubato il compagno all’altra donna, la “brunetta” Angela.

Vinse Alice, con un brano scritto da Franco Battiato, Per Elisa. Un’altra famosissima canzone si piazzò seconda, Maledetta primavera di Loretta Goggi. Sul podio anche Tu cosa fai stasera di Dario Baldan Bembo.

Le altre canzoni in gara: dal 4° al 7° posto Roma spogliata (Luca Barbarossa), Sarà perché ti amo (Ricchi e Poveri), Hop hop somarello (Paolo Barabani), Ma chi te lo fa fare (Marinella). Eliminate la sera finale: Su quel pianeta libero (Michele Zarrillo), Pensa per te (Marcella) e Midnight (Passengers).

Rimasero fuori dalla fase finale: Ancora (Eduardo De Crescenzo), Angela (Leano Morelli), La barca non va più (Orietta Berti), Blue (Tutto è blu) (Sterling Saint-Jacques), Caffè nero bollente (Fiorella Mannoia), Follow Me (Se amore vuoi) (Carmen & Thompson) Io mi
(Stefano Tosi), Non posso perderti (Bobby Solo), Questo amore non si tocca (Gianni Bella), I ragazzi che si amano (Collage). Altri interpreti non arrivarono neppure alla gara del sabato: vennero “tagliati” le prime sere, tra gli altri, Franco Fasano, Umberto Napolitano e gli Opera.

Fa specie vedere come siano state eliminate due canzoni poi divenute molto ma molto famose: Ancora di Eduardo De Crescenzo e Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia.

Anche nel 1981 i cantanti non erano accompagnati dall’orchestra, ma si esibivano su base musicale. Numerosi gli ospiti, ma memorabile fu l’intervento dei Dire Straits, con Tunnel of love e Romeo and Juliet. Poi Alberto Sordi, Robert Palmer, Lio, Barry White, Charles Aznavour, Hall & Oates, i Bad Manners, Mario Merola, i Gufi e Milva.

domenica 6 febbraio 2011

Sanremo 1980

 

È tempo di Festival di Sanremo… ci tocca! Ma allontaniamoci dall’insulsa kermesse che è diventato l’evento televisivo di febbraio e ripercorriamo i nostri giorni d’oro. Negli Ottanta, Sanremo usciva da un periodo di crisi – quello dei Settanta – che però era riuscito a lanciare grossi nomi come Rino Gaetano. La direzione artistica di Pippo Baudo, che in quel periodo era all’apice della carriera, portò a fare del Festival una manifestazione nazional-popolare: basta scorrere l’elenco dei vincitori del decennio per accorgersene, Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina Power, Massimo Ranieri, Fausto Leali…

Ma andiamo con ordine. Iniziamo dal 1980, una delle edizioni più chiacchierate della storia, a cominciare dai presentatori: Roberto Benigni e Olimpia Carlisi. Ci scappa un lungo bacio tra i due e un “Wojtilaccio” uscito dalla bocca del comico nei confronti di Giovanni Paolo II.

Ad affiancare la coppia alla conduzione c’erano Claudio Cecchetto e Daniele Piombi, certamente più tradizionali.

Vinse Solo noi di Toto Cutugno, davanti a Ti voglio bene di Enzo Malepasso e Su di noi di Pupo. Le altre canzoni furono classificate a pari merito: Canterò canterò canterò (Aldo Donati), Cavallo bianco (Paolo Riviera), Contessa (Decibel), Gelosia (Bobby Solo), Il sole canta (Orlando Johnson), I sing for you (Sally Olfield), L’italiano (Stefano Rosso), Ma vai vai (Giorgio Zito e i Diesel), Mara (Bruno D’Andrea), Mariù (Gianni Morandi), Musica regina (Leano Morelli), Passerà (Alberto Cheli), Più di una canzone (La Bottega dell’Arte), Tu cioè... (Peppino Di Capri), Tu mi manchi dentro (Leroy Gomez), Va' pensiero (Linda Lee), Voglio l'erba voglio (Francesco Magni).

Da notare la presenza di vari interpreti stranieri, tra i quali la sorella di Mike Oldfield. Non raggiunsero la finale invece altri interpreti, tra i quali i più noti sono la band di rock progressive Latte e Miele. Non c’era orchestra, ma gli artisti cantavano su base musicale.

Gli ospiti: la tosta rocker Suzi Quatro, famosa anche per la sua partecipazione a Happy Days nel ruolo di Leather Tuscadero, esponenti disco come Sylvester e Sheila & B. Devotion; poi Billy Preston, Pippo Franco e soprattutto gli Status Quo, che si esibirono in Whatever you want:

 

Vi risparmio Cutugno & c. Meglio i Decibel di un giovanissimo Enrico Ruggeri:

 

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