La Milano da bere degli anni ‘80 è la protagonista di “Sotto il vestito niente”, un libro e di un film che scavano nel torbido e platinato mondo della moda, vera icona di quel decennio: si pensi al caso di Terry Broome.
Il libro è opera di Marco Parma, pseudonimo sotto il quale si cela Paolo Pietroni, direttore di Amica. Il film è un thriller realizzato da Carlo Vanzina, sulle orme del maestro Brian De Palma: la bella modella protagonista è la danese Renée Simonsen, apparsa poi in un altro film “milanese” di Vanzina, “Via Montenapoleone”. La critica lo stroncò (“Sotto il look di una storia presa da un romanzetto di successo di Marco Parma c'è il vuoto”), il pubblico lo premiò con un 22° posto nella classifica del box office per il 1985. La curiosità è che il film stravolge totalmente il libro, che il regista non aveva apprezzato, diventando in effetti un’altra storia. Del resto, la prima scelta del produttore Manzotti, il grande Michelangelo Antonioni, aveva declinato l’invito…
In breve, un ranger del Wyoming “sente” che la sorella gemella Jessica si trova in pericolo – ha sognato che è stata assassinata con un paio di forbici – e corre in Italia per investigare con il commissario Danesi (interpretato da Donald Pleasance). Bob conosce il mondo della moda e le tre modelle che abitavano con la sorella. Due di esse verranno assassinate con le forbici. Un imprenditore orafo verrà arrestato per i loro delitti, mentre Jessica non si trova. Ma l’assassino non è lui… lo si scoprirà nell’agghiacciante colpo di scena finale.
Nel film, oltre alle scene girate a Yellowstone, appaiono luoghi famosi del capoluogo lombardo: il Teatro Filodrammatici, Piazza San Fedele, Piazza Meda, Piazza Duse e Piazza Duca D’Aosta con la celebre Stazione Centrale sullo sfondo.
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