Il Festival di Sanremo del 1982 si svolse alla fine di gennaio, dal 28 al 30, condotto ancora una volta da Claudio Cecchetto – non era la kermesse ingessata di oggi che cerca l’ascolto, ma un vero festival di musica, quindi affidato a un esperto dee-jay – con Daniele Piombi, il classico presentatore, e Patrizia Rossetti.
Vinse il trionfatore dell’estate, Riccardo Fogli, che dopo Malinconia, al Festival sfornò Storie di tutti i giorni, esibendosi in smoking sul palco con uno scenografico chitarrista rock a fargli compagnia. Vinse lui, per fortuna, perché al secondo posto si piazzò Felicità, brano kitsch di Al Bano e Romina Power. Terzo un sorprendente Drupi, con Soli.
IL VINCITORE
Le altre canzoni finaliste furono classificate a pari merito: Beguine di un redivivo cantante dei ‘60, Jimmy Fontana; Blue Hotel della statunitense Lene Lovich, C’è di Elisabetta Viviani, ex compagna di Gianni Rivera, la bellissima E non finisce mica il cielo scritta da Ivano Fossati per Mia Martini – Premio della critica, Io no di una combattiva Anna Oxa, Lisa, brano scritto da Zucchero per l’idolo delle ragazzine Stefano Sani, Marinai del gruppo progressive Le Orme, Non voglio ali di Riccardo Del Turco, altro residuo dei ‘60, Ping pong del simpatico belga Plastic Bertrand, Quando incontri l'amore dello sdolcinato trio Milk and Coffee, Romantici di Viola Valentino, all’epoca compagna del vincitore Riccardo Fogli, Sei la mia donna di Mal, altra icona dei ‘60, Sette fili di canapa, filastrocca di Mario Castelnuovo, Solo grazie di Giuseppe Cionfoli, che fece scalpore perché in quel periodo era ancora un frate), Strano momento del cantautore Roberto Soffici, Tu stai di un onnipresente Bobby Solo, Un'altra vita un altro amore del melodicissimo Christian, Vado al massimo di un Vasco Rossi particolarmente fuori ruolo (canta in playback infilando il microfono in tasca, poi lo getta tra il pubblico!), e infine Una notte che vola via di un giovane Zucchero, che ancora si firma Fornaciari.
STEFANO SANI (per signore e signorine)
VASCO (da vedere assolutamente!)
MIA MARTINI (Premio della critica)
Non superarono il taglio e rimasero fuori dalla finale: America in di Orietta Berti, che provava a rilanciarsi, Biancaneve di Rino Martinez, Centomila amori miei di Marina Lai, voce dei jingles Postal Market, Cuore bandito di Julie, Facciamo la pace di Claudio Villa, relitto dei ‘50, Non arrenderti mai di Piero Cassano, ex autore dei Matia Bazar e futuro produttore di Eros Ramazzotti e Una sporca poesia di Fiordaliso, che troverà poi spazio nei reality e nei salotti tivù degli anni 2000.
Una valanga di ospiti: dalle canzoni comiche di Pippo Franco, Nino Manfredi e Diego Abatantuono alla disco music dei Village People e di Gloria Gaynor, dal folk-rock di Donovan e degli America, dal rockabilly degli Stray Cats al rock più o meno duro dei Kiss, dei Van Halen, di Hall & Oates, dal pop di Marianne Faithfull e dei Bee Gees agli italiani: il motociclista cantante Marco Lucchinelli, Claudia Mori e il francese Johnny Hallyday con un brano cantato nella nostra lingua.