Non era un cantante degli Anni '80 Mino Reitano, scomparso ieri ad Agrate Brianza: la sua carriera si era svolta soprattutto nei Settanta, quando fu una star di "Canzonissima" e del "Cantagiro". La sua era una musica troppo melodica che non piaceva ai giovani degli Eighties, allevati a dance, new wave e ritmi plastificati.
Ma c'è una sua canzone a cavallo tra il trash e l'inno nazionale che arrivò sesta nel 1988 al Festival di Sanremo e lo consegnò a un futuro di revival e di comparsate tra gli emigranti: "Italia".
Era tanto che volevo
Col mio canto dire a te
Grazie a un vecchio pensiero
Grazie al mio paese che
Quest'Italia che respira
Sempre bella e c'è un perché
Questa gente le vuol bene
Questa gente è come me
Poi mi prende l'emozione
Per Firenze che sta là
Per Venezia che si muove
E l'eterna Roma è qua
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Un giardino dentro al mare
Contadina come me
Ride e canta e ballerina
Forse il sole è nato qui
Quest'Italia che profuma
Di oleandri e di perché
Anche quando si è un po' stanchi
Non ci si arrende per un se
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Non ci si arrende per un se
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Eppure "Italia" vinse misteriosamente tra un mare di polemiche la gara delle canzoni degli Anni '80 lanciata da Canale 5 nei primi anni del nuovo millennio, "La notte vola", e nessuno è mai riuscito a spiegare perché. Nessuno negli Anni '80 sarebbe andato in giro a fischiettare "Italia", magari si poteva fare con "Words" di F.R. David o con "Like a virgin" di Madonna. Certo non con "Italia", brano che attirò sul povero Reitano gli strali della critica, del pubblico e degli imitatori.
Strano destino: un italiano che cantava in Germania sullo stesso palco dei Beatles e che si è ritrovato simpaticamente per vent'anni a cantare quel suo brano nazionalpopolare ad ogni occasione in cui le televisioni lo chiamavano a intervenire.
Ma c'è una sua canzone a cavallo tra il trash e l'inno nazionale che arrivò sesta nel 1988 al Festival di Sanremo e lo consegnò a un futuro di revival e di comparsate tra gli emigranti: "Italia".
Era tanto che volevo
Col mio canto dire a te
Grazie a un vecchio pensiero
Grazie al mio paese che
Quest'Italia che respira
Sempre bella e c'è un perché
Questa gente le vuol bene
Questa gente è come me
Poi mi prende l'emozione
Per Firenze che sta là
Per Venezia che si muove
E l'eterna Roma è qua
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Un giardino dentro al mare
Contadina come me
Ride e canta e ballerina
Forse il sole è nato qui
Quest'Italia che profuma
Di oleandri e di perché
Anche quando si è un po' stanchi
Non ci si arrende per un se
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Non ci si arrende per un se
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Eppure "Italia" vinse misteriosamente tra un mare di polemiche la gara delle canzoni degli Anni '80 lanciata da Canale 5 nei primi anni del nuovo millennio, "La notte vola", e nessuno è mai riuscito a spiegare perché. Nessuno negli Anni '80 sarebbe andato in giro a fischiettare "Italia", magari si poteva fare con "Words" di F.R. David o con "Like a virgin" di Madonna. Certo non con "Italia", brano che attirò sul povero Reitano gli strali della critica, del pubblico e degli imitatori.
Strano destino: un italiano che cantava in Germania sullo stesso palco dei Beatles e che si è ritrovato simpaticamente per vent'anni a cantare quel suo brano nazionalpopolare ad ogni occasione in cui le televisioni lo chiamavano a intervenire.
5 commenti:
Un grande personaggio, uno dei pochi amati per la sua spontaneità, la sua simpatia, la sua semplicità. Per questo il mondo dello spettacolo lo criticava, ma lui si è sempre fatto forza dell'amore del popolo. Grande Mino, ci mancherai.
Mino era un personaggio degno di rispetto. La sua musica può anche non piacere, ma l'Uomo aveva la U maiuscola...
Ritmi plastificati?
Ti ricordo che negli anni 80 esplose il Thrash Metal, ascolta le dure parole dei Sacred Reich..altro che 68!
@Danx: amico, io c'ero, e la musica che imperversava erano i Duran Duran e gli Spandau Ballet, la italodisco di plastica (Gazebo, i Righeira, i Novecento). Al massimo c'era il rock progressivo che virava verso il pop (Alan Parsons Project, Yes) e il rock di Bruce Springsteen. Ricordo un'intervista di Eugenio FInardi in cui definiva "pop di plastica" la musica inglese, vantando invece la bontà di quella americana.
Il Trash Metal era di nicchia.
Chiedo scusa: ho scritto "Trash" nel commento qui sopra, naturalmente è un lapsus di tastiera: "Thrash", percuotere e non spazzatura - altrimenti suona come se volessi mancare di rispetto...
Posta un commento