L'11 LUGLIO 1982
Sarà stata forse la gioventù o quell’estate calda che fioriva di magliette rigate ed espadrilles. Sarà stato l’amore che volava nell’aria con ali di farfalla e mi faceva camminare in cielo.
L’arbitro Coelho col pallone in mano ed il triplice “Campioni del mondo” di Martellini con voce strozzata, la Coppa del Mondo data dal re a Dino Zoff e mostrata all’Italia, al mondo intero con grande fierezza.
(dall'inviato dell'Ansa Fabio Masotto)Madrid, 11 luglio
È stupendo. Si stenta a crederlo. L'Italia è campione del mondo. Lo è per la terza volta. Nessuno ha fatto meglio. Dopo 44 anni, dopo nove tornei anche amari, torna in possesso del più prestigioso trofeo dello sport più popolare e bello del mondo. ha vinto il mondiale più grande della storia, il primo a larga partecipazione. Lo ha vinto da assoluta protagonista. Il batticuore non cessa. I palpiti intensi sono durati poco più di un'ora fino al 69', quando Tardelli ha messo al sicuro la leggendaria vittoria con il secondo magnifico gol, seguito di dodici minuti al primo siglato da Rossi, il Manolete di España '82, la stella del Mundial, capocannoniere della manifestazione iridata con sei reti. Poi è venuto il terzo gol, a nove minuti dal termine, segnato da Altobelli, ed il trionfo è diventato apoteosi. Adesso il mondo del pallone sta lì, sotto i piedi degli azzurri saliti sul trono più alto. Lì sul campo i giocatori italiani si abbracciano, si passano di mano in mano la preziosa coppa d'oro, se la stringono con giusto orgoglio, la levano al cielo offrendola simbolicamente al pubblico mentre eseguono festosi il tradizionale giro di campo del trionfo.
Il tema della finale si è disegnato fin dai primi minuti, si può dire fin dall'annuncio delle formazioni, quando si è appreso che l'Italia avrebbe giocato 'bloccata indietro' . Questi gli accoppiamenti che hanno imposto gli azzurri: Bergomi - Rummenigge, Cabrini - Kaltz, Collovati - Fischer, Gentile - Littbarski, Oriali - Dremmler, Tardelli - Breitner, Conti - Briegel, Rossi - K. Forster, Graziani (Altobelli) - B. Forster. È accaduto così che il ruolo di propulsore della squadra sia toccato a Cabrini che avendo da controllare un terzino fluidificante finché si vuole ma sempre un difensore (Kaltz), si è trovato spesso senza avversari nella zona sinistra del campo. per tutto il primo tempo però l' azzurro non ha insistito la spinta riservandosi di farlo, con tutta la squadra, proprio nella ripresa quando è esploso il contropiede azzurro. I duelli più avvincenti della finale sono stati quelli tra Bergomi e Rummenigge e tra Collovati e Fischer prima e Hrubesch dopo. I due azzurri sono stati autentici giganti in retroguardia, settore al solito sorretto da un attentissimo e tempista Scirea. Il giovane Bergomi , opposto all' asso biondo tedesco è stato a dir poco impeccabile riuscendo anche ad anticiparlo e comunque non dandogli mai spazio per il tiro. Ma che dire di tutti gli altri? Di Conti, ad esempio, che è stato instancabile nel lavoro di raccordo fra centrocampo e punte, che ha trovato anche modo di esibirsi nei suoi numeri preferiti in dribbling ma che è stato anche essenziale in attacco tanto che suo è stato l'assist del terzo gol azzurro di Altobelli. Oriali è stato maltrattato dai centrocampisti avversari ma non si è mai sottratto dalla zona calda del centrocampo e con coraggio e abnegazione ha svolto il ruolo richiesto. Tardelli è stato il solito condottiero a centrocampo, l' anima della squadra. Sempre in movimento, sempre pronto a interpretare le sfumature della partita. Ma la stella è stato ancora una volta Paolo Rossi che ha avuto il grande merito di sbloccare il risultato al 57' sfruttando un traversone a seguire di Gentile messo in moto da una punizione a sorpresa di Tardelli.
La Germania è sembrata quasi impreparata di fronte alla determinazione dell'Italia. Se l'attendeva vigorosa ma non pensava certo di trovarla così ricca di inventiva e di schemi alternativi. Hanno tentato di ancorarsi sulla fredda padronanza dei propri mezzi, sulla calma, sulla imperturbabilità ma contro la frizzante Italia di questa sera c' era poco da fare. Breitner, il Tardelli tedesco, si è dannato l' anima per cercare spazi in fase risolutiva ma contro il muro azzurro si è sempre infranto l'attacco tedesco. Derwall, sul 2 - 0 per l' Italia, ha tentato anche di rafforzare la prima linea inserendo il gigantesco Hrubesc al posto del centrocampista Dremmler ma anche il biondo ariete tedesco è dovuto capitolare. L'Italia è dunque campione del mondo con pieno diritto. Dopo un incerto avvio nella prima fase, la squadra di Bearzot si è nettamente imposta nel girone di Barcellona piegando Argentina e Brasile con due vittorie molto sofferte e tenacemente volute, quindi sullo slancio ha scavalcato la semifinale con la Polonia con perentoria autorità ed ha vinto con esaltante merito la finalissima. La Germania, favorita prima della rassegna, è caduta proprio nella sfida decisiva. agli azzurri, oltre al titolo, vanno le simpatie e la gratitudine degli appassionati di calcio di tutto il mondo per le emozioni che hanno saputo offrire nel Mundial. Adesso è perfino un peccato che sia finito: da questa Italia , se fosse continuato, sarebbero certamente venute altre imprese leggendarie.
LA TELECRONACA DI NANDO MARTELLINI
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