giovedì 31 dicembre 2009

Cosa resterà degli Anni Ottanta?

Finisce un decennio, quello degli Anni Zero. Nel 1989, sul finire dei mitici Anni ‘80 Raf si poneva la stessa domanda che ci poniamo in questi giorni.

“Cosa resterà degli Anni Ottanta?” andò in gara a Sanremo e propose alcune immagini significative di quel decennio: i blue-jeans, gli incontri Reagan-Gorbaciov, la fame nel mondo che aveva alimentato l’iniziativa LiveAid di Bob Geldof e quella di “We are the world”, la musica dance, la pubblicità…

Il brano, solo quindicesimo al Festival, si rifece ampiamente – come sempre succede con la kermesse sanremese – diventando uno dei pezzi simbolo degli Anni ‘80 italiani. Per la cronaca, a quel festival del 1989 vinsero Anna Oxa e Fausto Leali con la mediocre “Ti lascerò” e la vincitrice morale fu Mia Martini con “Almeno tu nell’universo”, giunta nona.

 

COSA RESTERÀ DI QUESTI ANNI OTTANTA?

Anni come giorni volati via
brevi fotogrammi o treni in galleria
è un effetto serra che scioglie la felicità
delle nostre voglie e dei nostri jeans che cosa resterà.
Di questi anni maledetti dentro gli occhi tuoi
anni bucati e distratti noi vittime di noi
ora però ci costa il non amarsi più
è un dolore nascosto giù nell’anima.
Cosa resterà di questi Anni Ottanta
afferrati già scivolati via...
...e la radio canta una verità dentro una bugia.
Anni ballando, ballando Reagan-Gorbaciov
danza la fame nel mondo un tragico rondò.
Noi siamo sempre più soli singole metà
anni sui libri di scuola e poi a cosa servirà.
Anni di amori violenti litigando per le vie
sempre pronti io e te a nuove geometrie
anni vuoti come lattine abbandonate là
ora che siamo alla fine di questa eternità...
...chi la scatterà la fotografia...
..."Won´t you break my heart?"...
...Anni rampanti dei miti sorridenti da wind-surf
sono già diventati graffiti ed ognuno pensa a sé
forse domani a quest’ora non sarò esistito mai
e i sentimenti che senti se ne andranno come spray.
Uh! No, no, no, no...
Anni veri di pubblicità, ma che cosa resterà
anni allegri e depressi di follia e lucidità
sembran già degli Anni Ottanta
per noi quasi ottanta anni fa...

giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale dal 1981

Una chicca, una vera rarità è il regalo di Natale del “Cubo di Rubik”: un brano del 1981 cantato da Paolo Barabani, autore dei testi per alcune canzoni di Pupo (lo so, questo non depone a suo favore) e poi emigrato in Brasile  in cerca di miglior fortuna.

Buon Natale, amici!

 

PAOLO BARABANI – BUON NATALE (1981)

giovedì 17 dicembre 2009

Gli Champagne Molotov

Nel 1984 Enrico Ruggeri era non solo un cantautore emergente ma anche uno scopritore di talenti: Diana Est, i Canton, e gli Champagne Molotov, la band che lo accompagnava.

Il gruppo, formato dai fratelli Schiavone, Luigi – voce e chitarra - e Stefania – pianoforte, da Renato Meli, bassista di Jo Squillo, dal batterista Luigi Fiore e dal tastierista e vocalist Alberto Rocchetti, reduce dal sodalizio con il più celebre fratello Santino (“Divina” fu il loro successo più importante nel 1979), fu attivo dal 1983 al 1988. Nel 1984 partecipò al Festivalbar con “C’è la neve”, che vinse la sezioni Giovani della kermesse e rimane il loro pezzo più famoso. Sul retro “Quella porta chiusa”.

Nel 1984 parteciparono al Festival di Sanremo con il loro secondo e ultimo 45 giri: “Volti nella noia” – il pezzo in gara – e “In un tempo lontano” sul lato B. Molto evidente l’impostazione alla Ruggeri del cantante Alberto Rocchetti.

 

C’È LA NEVE (1984) - FESTIVALBAR

 

VOLTI NELLA NOIA (1985) – FESTIVAL DI SANREMO

sabato 12 dicembre 2009

Il Tartufone Motta

Il francese maccheronico – insopportabile, a dire il vero – di Fiorello che invita a ad acquistare una Fiat, non è una novità. In tema di Natale, ecco uno spot del 1985 che lanciava un nuovo prodotto, capostipite di tanti panettoni “modificati”, il Tartufone Motta. Negli Anni ‘80 scoppiò la mania di farcire il tradizionale dolce natalizio con le creme più svariate e di ricoprirlo con una glassa: ricordo le versioni al Grand Marnier, il bicolore al cedro e all’arancio, allo champagne e naturalmente al cioccolato. Dura ancora oggi…

domenica 6 dicembre 2009

Spot Bauli ‘80

“A Natale puoi…” è l’ossessivo ritornello che punteggia le pubblicità in questi giorni che portano al Natale: è la Bauli, produttrice di pandori e panettoni.

Ma vediamo come erano gli spot dell’azienda veronese negli Anni ‘80:

1983

1988

mercoledì 2 dicembre 2009

Bhopal

Il 2 dicembre del 1984 si verificò un immane disastro a Bhopal, una città dell’India: 40 tonnellate di isocianato di metile, un pesticida, e altri 12.000 kg di reagenti chimici fuoruscirono dalla fabbrica della multinazionale americana Union Carbide a causa di un’esplosione, originando una nube altamente tossica che bruciò occhi e polmoni e danneggiò gli organi interni.

In pochi giorni tra 7.000 e 10.000 persone morirono avvelenate o soffocate o a causa di edemi polmonari. Trecentomila persone abbandonarono la città quando la fabbrica riprese a funzionare, due settimane dopo, per eliminare le scorte. Altri 15.000 abitanti di Bhopal sarebbero morti nei successivi vent’anni per gli effetti delle sostanze chimiche e più generazioni sono state destinate alla sterilità e alla deformità. Il numero delle vittime supera quello di Chernobyl.

L’area, a distanza di 25 anni, non è stata bonificata adeguatamente e i responsabili della Union Carbide non pagarono il misfatto: sfuggirono ai processi intentati dalla giustizia indiana, che li considera ancora latitanti negli Stati Uniti, da dove non saranno mai estradati.

venerdì 27 novembre 2009

Sandinista!

Nel 1980 uscì un triplo album che mise a soqquadro il mondo della musica: “Sandinista!” dei Clash, reduci dal successo dell’anno prima con il punkeggiante “London calling”. Introdusse generazioni di giovani allo ska, al rap, alla techno, al rockabilly, al reggae, al dub, al punk… però nel suo essere così variegato stava anche il suo limite: troppe canzoni, ben 36, e troppi generi.

Inoltre era il lato politico di “Sandinista!” a rappresentare un problema: i Clash fornivano il loro supporto alla rivoluzione nicaraguense, il movimento che si opponeva al dittatore Anastasio Somoza, divenuto presidente nel 1936 dopo l’assassinio di Augusto Sandino. Il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, morto Somoza, andò poi al potere negli Anni ‘80, fronteggiato dalla guerriglia anticomunista dei Contras, sostenuta anche economicamente dall’amministrazione Reagan.

Il triplo LP, su volontà del gruppo che accettò minori royalties, venne venduto a un prezzo addirittura inferiore a quello di un solo LP.

 

THE MAGNIFICENT SEVEN

sabato 21 novembre 2009

The Gary Coleman Show

Gary Coleman, che abbiamo visto simpatico protagonista in “Il mio amico Arnold”, ebbe uno straordinario successo sul principio degli Anni ‘80, prima che il telefilm venisse cancellato e le vite degli attori protagonisti finissero in una incredibile deriva: Dana Plato morta di overdose, Todd Bridges tossicodipendente e alcolizzato, lo stesso Coleman malato e rovinato economicamente.

Nel 1982 Gary era sulla cresta dell’onda e la premiata coppia Hanna & Barbera ne fece addirittura un cartone animato per la NBC, denominando il telefilm di animazione “The Gary Coleman Show”: il piccolo attore, che prestava la voce al suo personaggio, diventava così un angelo apprendista, Andy LeBeau, inviato sulla Terra per imparare ad aiutare gli altri e guadagnare così le sue ali.

Trenta episodi da trenta minuti divisi in due segmenti da quindici. Furono trasmessi anche in Italia, nella fascia televisiva per ragazzi.

 

domenica 15 novembre 2009

La voce del padrone


Franco Battiato ha disconosciuto pubblicamente questo album a cui deve gran parte della sua fama. Ma “La voce del padrone”, uscito nel 1981, è senza dubbio il suo capolavoro: sette canzoni una più bella dell’altra, colme di citazioni come nello stile degli Anni ‘80 del cantautore siciliano. Dopo gli Anni ‘70, caratterizzati dalla ricerca sperimentale e dall’avvicinamento al rock progressivo, Battiato si sdogana nella musica leggere più tradizionale, ma a suo modo, portando avanti il discorso sviluppato da “L’era del cinghiale del bianco” (1979) e da “Patriots” (1980).

Il successo commerciale, probabilmente voluto dall’artista di Milo o secondo altri una riuscita operazione discografica, fu enorme: “La voce del padrone” fu il primo album italiano a superare il milione di copie vendute e stazionò in hit parade per tutto il 1982, restando al primo posto per diciotto volte tra maggio e ottobre.

Certamente contribuirono al successo gli arrangiamenti di Giusto Pio e la presenza tra i musicisti di nomi di grido quali il chitarrista della Formula 3 Alberto Radius, il sassofonista Claudio Pascoli e il bassista Paolo Donnarumma; originale fu la presenza costante del coro dei Madrigalisti di Milano, un “marchio di fabbrica” di Battiato per tutto il decennio.

LE TRACCE

1 – SUMMER ON A SOLITARY BEACH

2 – BANDIERA BIANCA

3 – GLI UCCELLI

4 – CUCCURUCUCU’

5- SEGNALI DI VITA

6- CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE

7 – SENTIMIENTO NUEVO

martedì 10 novembre 2009

Sex shooter


Apollonia 6 era un trio femminile patrocinato da Prince: nel 1984 il principe di Minneapolis era sulla cresta dell’onda e tutto quello che toccava diventava oro. Un po’ della sua fama ricoprì le tre ragazze che in realtà erano poco vestite e che sul sexy giocavano la loro immagine. Il brano, che fu inserito nella colonna sonora del film di Prince “Purple Rain”, era stato ideato per il gruppo di Vanity, altra protegé di Prince, le Vanity 6. Ma, sorti dissidi e licenziata la cantante, l’artista americano ribattezzò Patricia Kotero “Apollonia” e il gruppo “Apollonia 6”. Il tutto era molto estemporaneo e il disco, l’unico realizzato, che portava il nome del trio, non andò bene. “Sex shooter” si lasciava soprattutto vedere come video, con tante bellezze in lingerie di pizzo… Nella hit americana solo 87°.


SEX SHOOTER (Kotero)

Get me off
I'm your bomb getting ready to explode
I need you to get me off
be your slave do anything I'm told

I'm a sex shooter
shootin love in your direction
I'm a sex shooter
come on play with my affections
come on kiss the gun
guaranteed for fun
I need you to pull my trigger baby
I can't do it alone
I need you to be my main play thing pillar of stone

No girls body can compete with mine
no girls rap can top my lines
no girls kiss can ring your chimes
come on boy lets make some time

domenica 8 novembre 2009

Effetti delle rivoluzioni del 1989

La sera del 9 novembre 1989 non cadde solo il muro di Berlino: si modificò senza che lo sapessimo, ma intuendone già da allora gli effetti, la faccia dell’Europa.

PRIMA DELLA CADUTA DEL MURO

OGGI, DOPO LA CADUTA DEL MURO

C’erano due Germanie (Repubblica Federale Tedesca e Repubblica Democratica Tedesca – BRD e DDR) La Germania è unificata
E due capitali: Bonn e Pankow La capitale tedesca è Berlino
Due leader politici: Kohl e Honecker Una sola leader, la Merkel (che ha vissuto fino a 34 anni all’Est)
C’erano due monete, denominate marco tedesco e marco della Rep. Democratica Tedesca C’è l’euro
La Jugoslavia era ancora unita Ora vi sono sei stati: Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e Macedonia
Esisteva l’Unione Sovietica C’è la Russia, undici stati si sono resi indipendenti: Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Kazakhstan, Azerbaigian, Turkmenistan, Ucraina, Bielorussia,Georgia e Armenia
Solidarnosc in Polonia era fuorilegge Solidarnosc è andata al potere In Polonia, Walesa è stato presidente
La Cecoslovacchia era un solo stato La Repubblica Ceca con capitale Praga e la Slovacchia con capitale Bratislava sono due stati distinti
L’Unione Europea si chiamava Comunità Economica Europea e contava dodici membri L’Unione Europea conta ventisette membri, tra i quali alcuni paesi dell’Est
Non c’erano guerre in Europa da oltre quarant’anni Si sono combattute guerre nei Balcani e in Georgia

martedì 3 novembre 2009

Il concerto a Central Park

Un evento storico per la musica degli Anni ‘80 fu il concerto a Central Park del 19 settembre 1981: Paul Simon e Art Garfunkel tornavano a suonare e a cantare insieme undici anni dopo la separazione che aveva aperto carriere soliste sfociate in cinque album a testa per il duo che spopolò nella musica folk-rock degli Anni ‘60.

Al concerto assistette una folla oceanica, quasi 500.000 persone. Oltre ai pezzi celebri della coppia, nella scaletta furono inseriti brani solisti di Paul Simon: “Me and Julio down by the schoolyard”, “American tune”, “Late In the evening”, “Slip sliding away” e “Kodachrome”.

Dall’evento furono poi tratti un doppio LP vendutissimo, un VHS e una trasmissione televisiva sulla HBO. L’esperienza però non riuscì a ricomporre il celebre duo: dopo un tour mondiale che nel 1982 li portò in giro per gli Stati Uniti, il Canada, l’Europa e il Giappone, Simon & Garfunkel divisero ancora una volta le loro strade: addirittura Paul Simon cancellò la voce di Garfunkel dall’album che aveva in uscita, “Hearts and bones”!


THE LATE GREAT JOHNNY ACE (con l’assalto di un fan)

IL FINALE

giovedì 29 ottobre 2009

La moda degli anni ‘80

 

FEBBRAIO 1980

SETTEMBRE 1980

DICEMBRE 1982

APRILE 1984

sabato 24 ottobre 2009

Nik Novecento

C’era un attore giovane che Pupi Avati aveva scoperto e lanciato nel mondo del cinema e della televisione: il suo nome d’arte era Nik Novecento, ma si chiamava Leonardo Sottani, era nato nel 1964 ed era bolognese. Ad Avati probabilmente Nik ricordava un altro dei suoi attori prediletti, Carlo Delle Piane.

La notorietà gli venne dai film del suo mentore: “Una gita scolastica”, “Noi tre”, “Festa di laurea”, “Impiegati”, “Una domenica sì”, “Ultimo minuto”, “Strana la vita”. Ma per diventare famoso, Nik e il suo sorriso ebbero bisogno della televisione: più che il varietà “Hamburger Serenade”, trasmesso da Raiuno, fu la presenza come ospite fisso al “Maurizio Costanzo Show” nel 1986-87 a renderlo un volto amico.

Purtroppo, a soli 23 anni, Nik morì a causa di una grave malformazione cardiaca. L’ultimo film di Avati in cui recitò, “Sposi”, uscì postumo.


lunedì 19 ottobre 2009

L’arte degli Anni ‘80 in mostra a Monza

Una mostra sull’arte degli Anni ‘80 è aperta a Monza, presso il Serrone della Villa Reale e il centralissimo Arengario: rimarrà aperta dal 17 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010.

Gli anni 80. Il trionfo della pittura. Da Schifano a Basquiat ripercorrerà con cento opere di grandi dimensioni il decennio dell’esplosione del colore, dell’apparenza e del “firmato”. C’è la Transavanguardia italiana con i Nuovi Selvaggi tedeschi, il fenomeno allora nuovo dei graffitisti americani agli Anacronisti italiani. Gli artisti rappresentati sono una cinquantina: spiccano i nomi notissimi di Mario Schifano e Mimmo Paladino, di Jean-Michel Basquiat e Keith Haring… Troviamo anche Clemente, Ontani, Baselitz, Kiefer, Lupertz, Middendorf, Schnabel, Barcelò, Halley, Kapoor e Cragg.

Inoltre la mostra, curata da Marco Meneguzzo e promossa dal Comune di Monza con il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza, esamina i mutamenti politici, linguistici e sociali degli “Eighties”, anni che vissero il fermento della perestrojka e del crollo dei regimi comunisti dell’Europa orientale.


Francesco Clemente, “Senza titolo" (Autoritratto con limone)”, 1980

mercoledì 14 ottobre 2009

Say say say

Nel 1982 Paul McCartney e Michael Jackson diedero vita a una collaborazione artistica. L’ex Beatle era in vena di duetti ed era stato ospite nel vendutissimo “Thriller” di Jacko nella canzone “The girl is mine”. L’anno successivo Michael ricambiò con una partecipazione nel quinto disco solista di Paul, “Pipes of peace”. Ma la caratura del brano, “Say say say”, scritto dai due giganti della musica e prodotto dal mitico George Martin, fautore del successo del quartetto di Liverpool, era superiore a “The girl is mine”. Il 45 giri uscì il 9 ottobre 1983 e sul retro aveva l’irrilevante “Ode to a koala bear”: si posizionò al primo posto in Italia, Stati Uniti, Finlandia, Norvegia e Svezia, al secondo in Svizzera e Regno Unito, al quarto in Australia, all’ottavo in Olanda, al decimo in Austria.

Il singolo era accompagnato da un video che era una specie di minifilm:

SAY SAY SAY

(Paul) Say Say Say
What you want
But don't play games
With my affection
Take take take
What you need
But don't leave me
With no direction
(Michael)
All alone
I sit home by the phone
Waiting for you, baby
Through the years
How can you stand to hear
My pleading for you
You know I'm cryin
Oo oo oo oo oo
(Paul)
(Now) Go go go
Where you want
But don't leave me
Here forever
You you you stay away
So long girl, I see you never
(Michael)
What can I do, girl
To get through to you
Cause I love you baby
Standing here
Baptized in all my tears
Baby through the years
You know I'm cryin
Oo oo oo oo oo
(Paul)
You never ever worry
And you never shed a tear
You're sayin that my love aint real
(Paul and Michael)
Just look at my face these tears aint dryin'
(Paul)
You you you
Can never say
That Im not the one
Who really loves you
I pray pray pray, everyday
That you'll see things
Girl like I do
(Michael)
What can I do, girl
To get through to you
Cause I love you baby
Standing here
Baptized in all my tears
Baby through the years
You know Im crying
Oo oo oo oo oo
Say say say...

lunedì 12 ottobre 2009

Il cubo di Rubik del XXI secolo

Rubik’s Touch Cube è l’evoluzione del Cubo di Rubik: il rompicapo ora è diventato un gadget tecnologico con sensori tattili: invece di girare i cubetti, basta sfiorarli con le dita per fargli cambiare colore. Il TouchCube sa anche suggerire le mosse da compiere e risolversi da solo…

In vendita a 150 dollari presso la catena americana Best Buy.

 

mercoledì 7 ottobre 2009

Savage

Savage dominò la dance europea nel biennio 1983-1984 con i brani “Don’t cry tonight” e “Only you”. Due pezzi accattivanti per la musica e per i video che li accompagnavano. Savage non era altri che Roberto Zanetti, un ventisettenne di Massa che avrebbe poi intrapreso la carriera di produttore e compositore realizzando dischi per Ice MC, Zucchero, Alexia, Corona, Double You.

L’album, “Tonight” e altri singoli “Radio”, “Time”, “A love again”, “Celebrate”, “Love is death” allargarono il successo di Savage, che nel 1989 eseguì la cover di “(I just) died in your arms” dei Cutting Crew, nel remake di Ice Mc. Nel 1994 l’ultimo singolo, “Don’t you want me”, preceduto dall’album “Strangelove”.

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DON’T CRY TONIGHT (1983)

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ONLY YOU (1984)

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RADIO (1984)

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LA DISCOGRAFIA DI SAVAGE:

SINGOLI

  • Don't cry tonight (1983)
  • Only you (1984)
  • Radio/A love again (1984)
  • Radio/Reggae radio (1984)
  • Love is death (1986)
  • Celebrate (1986)
  • I'm loosing you (1988)
  • Don't cry tonight (Rap '89) (1989)
  • Good-bye (1989)
  • I just died in your arms (1989)
  • Johnny –LALA
  • Don’t you want me (1994)
ALBUM
  • Tonight(1984)
  • Capsicum (1986)
  • Goodbye (1989)
  • Strangelove (1994)
  • Don't cry – Greatest hits (1994)
  • Discomania (2001)

giovedì 1 ottobre 2009

IBM PCjr

Il PCjr dell’IBM uscì all’inizio del 1984 per essere tolto dal commercio un anno esatto dopo. Il colosso americano intendeva bissare l’enorme successo del PC, uscito nel 1981, usandone la stessa tecnologia in modo tale da fornire compatibilità quasi totale con i suoi software. Invece fu un fallimento: la compatibilità fu un grosso problema e il prezzo alto (1.269 dollari negli Stati Uniti) non ne favorì le vendite. Inoltre la tastiera wireless a infrarossi non funzionava sempre perfettamente e i suoi tasti alti e duri erano disagevoli. Dopo pochi mesi venne infatti sostituita da un modello a cavo. E non era ancora finita: l’uso del floppy disconnetteva la tastiera e la porta seriale non poteva elaborare dati mentre il floppy era in azione. Un disastro…

La CPU si avvaleva di un processore Intel 8088 @ 4.77 MHz con 64 K di RAM espandibili a 512, la grafica raggiungeva i 640 x 200 con un massimo di 16 colori e un video composito di 80 linee per 25. Aveva il floppy da 5 1/4, infame, come si è visto sopra, e una scheda video CGA. Le porte potevano connettere due joystick, il video RGB o composito, la penna ottica, due cartucce, l’audio e l’apparecchio a cassette. Veniva fornito con il DOS 2.10.


sabato 26 settembre 2009

Cesare Casella

Il 18 gennaio 1988 un ragazzo di diciott’anni venne rapito a Pavia: Cesare Casella, figlio di un concessionario della Citroen, iniziava quel giorno una lunghissima prigionia che lo avrebbe portato a passare mesi nelle tane dell’Aspromonte.

Il 14 agosto la famiglia pagò un riscatto di un miliardo di lire ma l’anonima sequestri calabrese non rilasciò l’ostaggio, anzi lo trasferì e rilanciò con una richiesta prima di cinque miliardi, poi di due, poi ancora di uno. Naturalmente i Casella non erano in grado di sostenere un altro pagamento.

L’anno successivo, nel giugno del 1989, la madre di Cesare, Angela Montagna, batté le piazze e le chiese della Calabria per ottenere la liberazione del figlio: arrivò persino a incatenarsi e a dormire in tenda, per ricordare che Cesare era in quelle condizioni già da diciassette mesi; da lì ottenne il soprannome di  “Mamma Coraggio”. I sequestratori non furono commossi da questo gesto, ma lo presero piuttosto come un atto di sfida. Il governo invece decise di inviare più soldati nella Locride.

La liberazione del ragazzo avvenne il 30 gennaio del 1990, nelle campagne di Natile di Careri. Erano trascorsi 743 giorni dal rapimento. E “743 giorni lontano da casa” è il titolo del libro che Cesare Casella scrisse per raccontare quella sua drammatica esperienza.

venerdì 18 settembre 2009

Via Verdi

I Via Verdi erano un gruppo della scuderia di Cecchetto. La loro fortuna fu di essere scelti per la sigla del seguitissimo programma musicale “DeeJay Television” nel 1985. “Diamond” spalancò loro le porte della hit parade italiana, dove salirono in vetta nel febbraio del 1986, e delle apparizioni televisive. Dopo “Diamond” più nulla: solo due 45, “Sometimes” e “You and me” nel 1987.

IL VIDEO ORIGINALE

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L’ESIBIZIONE AD “AZZURRO” NEL 1986

giovedì 10 settembre 2009

martedì 1 settembre 2009

I treni di Tozeur

Alice e Franco Battiato furono designati per partecipare all’Eurofestival del 1984, in Lussemburgo. La manifestazione è sempre stata snobbata dall’Italia, vincitrice solo nel 1964 con Gigliola Cinquetti (“Non ho l’età”) e nel 1990 con Toto Cutugno (“Insieme: 1992”), tanto che non vi partecipa da oltre quindici anni. I paesi europei invece si fanno un vanto di parteciparvi e ancor di più di organizzarla, visto che ospita l’Eurofestival chi ha vinto l’anno prima. Ogni nazione presenta il suo alfiere ed è quindi una babele di lingue e di stili: lanciò gli svedesi ABBA, per esempio.

La prestazione di Alice e Battiato, che presentarono in gara “I treni di Tozeur”, scritta dal cantautore siciliano con Cosentino e Giusto Pio, andò oltre la solita dignitosa partecipazione: il brano giunse al quinto posto, alla pari con il Belgio, ma ottenne consensi incredibili dai giurati di Spagna e Finlandia. Quell’anno vinse la Svezia, con la canzone “Diggy-loo diggy-ley” degli Herrey’s.


I TRENI DI TOZEUR
(Cosentino-Battiato-Pio)

Da una casa lontana tua madre mi vede
si ricorda di me delle mie abitudini

E per un istante ritorna la voglia di vivere
a un'altra velocità

Passano ancora lenti i treni per Tozeur

Nelle chiese abbandonate si preparano rifugi
e nuove astronavi per viaggi interstellari
In una vecchia miniera distese di sale
e un ricordo di me come un incantesimo

E per un istante ritorna la voglia di vivere
a un'altra velocità

Passano ancora lenti i treni per Tozeur

Nei villaggi di frontiera guardano passare
i treni per Tozeur

giovedì 27 agosto 2009

Cover dei ‘60

Avevo già parlato del revival degli Anni ‘60, molto in voga per tutto il decennio, così come sul finire dei ‘70 molti gruppi si misero a incidere brani degli Anni ‘30 e ‘40. Ecco qualche ulteriore esempio: cover di canzoni dei mitici Anni Sessanta nell’interpretazione di artisti sulla cresta dell’onda negli ‘80:

ENRICO RUGGERI rifà VECCHIO FRAC di MODUGNO nel 1984 

 

IVAN CATTANEO vira allo ska UNA ZEBRA A POIS di MINA -1981

…e “LA BAMBOLINA CHE FA NO NO NO” dei QUELLI nel 1983

domenica 23 agosto 2009

I wanna be your lover

Suoni metallici che ricordano i Rockets e i Kraftwerk e un video a cartoni animati: così i fratelli La Bionda, reduci dai successi degli Anni ‘70 ottenuti con lo pseudonimo disco D.D. Sound, come “1… 2… 3… 4… Gimme some more!”, virano verso uno stile diverso e una carriera di produttori e autori. Scriveranno pezzi celebri per i Righeira (“Vamos a la playa”, “No tengo dinero”, “L’estate sta finendo”) e colonne sonore, in particolare per i film di Bud Spencer e Terence Hill (“Poliziotto Superpiù”, “Chi trova un amico trova un tesoro”, “Miami Supercops”).


Ma qui siamo ancora nel 1980 e questo è il mondo degli ex D.D. Sound, i fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda, autori e interpreti di “I wanna be your lover”:


I WANNA BE YOUR LOVER

Make contact
Riding in a spaceship 1984
Picking up a signal
Never heard before
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
Round control in silence
I’m here all alone
maniac transmission
changes were prove our bones
outeside in the darkness
something waits for me
Now I see his picture
Forming on TV
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
What’s this thing before me
From the depth of space
Blue and green and slimy
It ain't got no face
Sending back to Houston
Get me out of here
Voices on the speakers
Whispers in my ear
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
I wanna be your lover
I wanna be your lover
I wanna be your lover
Not just be your friend
Wanna be your lover
Wanna be your lover
Wanna be your lover
Not just be your friend..

mercoledì 19 agosto 2009

Pubblicità 1981: automobili

Una carrellata di pubblicità di automobili del 1981, per rendersi conto dei modelli circolanti in quel periodo.

FIAT RITMO

 






LANCIA ß TREVI




AUDI 80



FORD GRANADA




BMW 520



Da notare i marchi Fiat e Audi, diversi da quelli attuali.

lunedì 17 agosto 2009

L’attimo fuggente

Il successo inatteso del 1989 nelle sale cinematografiche è un bel film di formazione del regista australiano Peter Weir, "L'attimo fuggente" (Dead Poets Society).  Il mattatore dell'opera è un grande Robin Williams: reduce dalla prestazione straordinaria in "Good Morning Vietnam", riesce a confermare le sue doti di talentuoso attore comico capace di assurgere a toni drammatici. Qui è John Keating, professore anticonformista e libertario che si trova a dover insegnare in un collegio puritano e tradizionalista dell'America sul finire degli Anni Cinquanta, l'accademia maschile Welton. La filosofia di vita di Keating è incarnata dal motto oraziano "Carpe diem", cogli l'attimo. Così cerca di insegnare ai ragazzi cosa sia la vita, cosa sia la poesia, e a gustare i giorni fino al midollo sulle tracce di Thoreau, Emerson e Whitman.

Per i critici il film era "una deportazione della coscienza riflessiva del cinema", e il personaggio di Robin Williams facile e semplicistico, con il suo richiamo demagogico all'affermazione del sé. Il pubblico non fu d'accordo: "L'attimo fuggente" entrò tra i primi dieci del box office per il 1989.

 

giovedì 13 agosto 2009

Robapazza


Tra i giochi degli Anni ’80 questa palla dai rimbalzi strani: un pesante cuore metallico posto fuori asse non consentiva alla pallina rimbalzi regolari – in pratica si comportava come se fosse un’ellittica palla ovale da rugby, pur essendo rotonda. La cosa più carina erano le decalcomanie applicate sulla superficie di gomma, che davano un’aria divertente e buffa alla palla.

Lo slogan della pubblicità, naturalmente inserita in posizione strategica su “Topolino”: "Robapazza, la palla che strumpallazza!”.

Fotografia: © Il dimenticatoio

domenica 9 agosto 2009

One night in Bangkok

Nel 1984 Bjorn Ulvaeus e Benny Andersson, i due componenti maschi degli ABBA, e il paroliere Tim Rice composero il musical "Chess", la cui trama vedeva due scacchisti - un russo e un americano - contendersi la stessa donna sullo sfondo della propaganda dei due paesi durante la Guerra Fredda, ormai agli sgoccioli.
Un brano di quel musical scalò le classifiche nel 1985: "One night in Bangkok", interpretato dall'allora quarantenne inglese Murray Head. Primo in Australia, Germania, Svizzera e nell'Eurochart, secondo in Austria e Francia, terzo negli Stati Uniti, nono in Italia, dodicesimo nel Regno Unito. Un'ombra di rap e quella veste classica dei musical ne decretarono probabilmente il successo, favorito da un buon video.




[THE AMERICAN]
Bangkok, Oriental setting
And the city don't know that the city is getting
The creme de la creme of the chess world in a
Show with everything but Yul Brynner

Time flies -- doesn't seem a minute
Since the Tirolean spa had the chess boys in it
All change -- don't you know that when you
Play at this level there's no ordinary venue

It's Iceland -- or the Philippines -- or Hastings -- or --
or this place!

[COMPANY]
One night in Bangkok and the world's your oyster
The bars are temples but the pearls ain't free
You'll find a god in every golden cloister
And if you're lucky then the god's a she
I can feel an angel sliding up to me

[THE AMERICAN]
One town's very like another
When your head's down over your pieces, brother

[COMPANY]
It's a drag, it's a bore, it's really such a pity
To be looking at the board, not looking at the city

[THE AMERICAN]
Whaddya mean? Ya seen one crowded, polluted, stinking town --

[COMPANY]
Tea, girls, warm, sweet
Some are set up in the Somerset Maugham suite

[THE AMERICAN]
Get Thai'd! You're talking to a tourist
Whose every move's among the purest
I get my kicks above the waistline, sunshine

[COMPANY]
One night in Bangkok makes a hard man humble
Not much between despair and ecstasy
One night in Bangkok and the tough guys tumble
Can't be too careful with your company
I can feel the devil walking next to me

[THE AMERICAN]
Siam's gonna be the witness
To the ultimate test of cerebral fitness
This grips me more than would a
Muddy old river or reclining Buddha

And thank God I'm only watching the game -- controlling it --

I don't see you guys rating
The kind of mate I'm contemplating
I'd let you watch, I would invite you
But the queens we use would not excite you

So you better go back to your bars, your temples, your massage
parlours --

[COMPANY]
One night in Bangkok and the world's your oyster
The bars are temples but the pearls ain't free
You'll find a god in every golden cloister
A little flesh, a little history
I can feel an angel sliding up to me

One night in Bangkok makes a hard man humble
Not much between despair and ecstasy
One night in Bangkok and the tough guys tumble
Can't be too careful with your company
I can feel the devil walking next to me

martedì 4 agosto 2009

Supercar

La macchina del tempo talvolta sembra essere Italia 1: trasmette ancora adesso “Supercar”, il telefilm che lanciò in Italia il 28 gennaio 1984. Il successo della serie è dovuto senza dubbio al mix di avventura e tecnologia, un po’ come per “La donna bionica”, “L’uomo da un milione di dollari” e “Automan”, e alla simpatia del protagonista, l’attore e cantante David Hasselhoff, che avremmo visto più avanti in “Baywatch” (a dire il vero guardavamo Pamela Andersson e le altre bagnine).

Il pilot: il detective Michael Long viene aggredito da criminali e ridotto in fin di vita. Lo salva il miliardario Wilton Knight, che lo fa sottoporre a plastica facciale e lo trasforma in Michael Knight, arruolandolo per il suo progetto di giustizia pubblica: lo fa diventare tutt’uno con KITT, un’auto parlante – una Pontiac Firebird Trans Am nera - guidata da un’intelligenza artificiale. Da lì cominciano le avventure alla difesa del bene e contro i cattivi.

Dunque, 84 episodi per quattro stagioni, dal 1982 al 1986. La serie non ebbe un finale, perché si concluse improvvisamente dopo un brusco calo di ascolti che non controbilanciava più gli alti costi di produzione.

La notizia è però che Supercar ritorna, con un rifacimento che si intitola “Knight Rider”, come nella versione originale, sul canale “Steel” del digitale terrestre di Mediaset Premium, a partire dal 28 agosto.


LA SIGLA


KITT IN AZIONE

sabato 1 agosto 2009

Pubblicità 1981: Superga Sport

Così nel 1981 Superga lanciava le sue scarpe da tennis nella pubblicità su riviste e giornali. Uno slogan che giocava sull’inammissibilità dell’idea che un paio di scarpe sportive fosse migliore delle loro. Era un periodo in cui i referendum erano all’ordine del giorno: quell’anno, il 17 maggio se ne votarono ben cinque (due sull’interruzione di gravidanza, uno sull’ergastolo, uno sull’ordine pubblico e uno sul porto d’armi) e tutti raggiunsero abbondantemente il quorum: votarono il 79,4% degli italiani. Il creativo prese spunto proprio da lì per dichiarare come migliori le Superga – in questo caso le scarpe da donna firmate dalla grande tennista Lea Pericoli.

lunedì 27 luglio 2009

Contessa

Il 7 febbraio 1980 chi era davanti alla televisione per seguire la XXX edizione del Festival di Sanremo, a parte l’irriverente conduzione di Roberto Benigni e Olimpia Carlisi,  notò subito un gruppo e una canzone che spiccavano tra rimasugli degli Anni ‘60 come Bobby Solo, Peppino di Capri e Gianni Morandi e onesti artigiani della musica dei Settanta quali Stefano Rosso, Leano Morelli e La Bottega dell’Arte. Quell’anno vinse – e sarebbe stato l’unico successo in una serie di piazzamenti – Toto Cutugno davanti a Enzo Malepasso e Pupo.

Ma tutti avrebbero ricordato quei ragazzi vagamente punk vestiti con pantaloni neri, camicia bianca e cravatta nera, e soprattutto il cantante, con degli improbabili capelli corti visibilmente tinti di biondo e occhiali da sole con la montatura bianca. Il gruppo erano i “Decibel”, che presentavano “Contessa”, il cantante era Enrico Ruggeri.

 

I Decibel (formati da Enrico Ruggeri. Silvio Capeccia, Mino Riboni e Fulvio Muzio) avrebbero avuto vita breve, solo l’album omonimo, con l’hit “Vivo da re”, la cover di “Ho in mente te” e brevi canzoni d’intonazione punk. Il leader avrebbe invece sfondato presto, diventando un apprezzato cantautore e ora anche un ispirato conduttore televisivo…

 

CONTESSA (Ruggeri-Muzio)

Non puoi più pretendere di avere tutti quanti attorno a te
non puoi più trattare i tuoi amanti come fossero bignè.
Vuoi solo le cose che non hai
parli delle cose che non sai
cerchi di giocare ma non puoi
pensi solamente ai fatti tuoi.

Chi sei contessa
tu non sei più la stessa.

Vuoi che io rimanga nel tuo letto per poi sbattermi su e giù
non ti lamentare se domani non ti cercheremo più.
Ma vorrei soltanto averti qui
sei accattivante già così
ti difendi con il D.D.T.
fai pesare troppo quei tuoi sì.

Chi sei contessa
tu non sei più la stessa.

Pensi che ogni cosa di concreto sia da riferire a te
tu fai la misteriosa per nascondere un segreto che non c'è.
Nel tuo castello come va?
Vivi la tua vecchia nobiltà
non sai neanche tu la verità
vendi a caro prezzo la realtà.

martedì 21 luglio 2009

Atari Portfolio

Sul finire del decennio, nel 1989: Atari lanciò un oggettino abbastanza interessante – bisogna ricordare che allora i cellulari erano grandi quasi come i telefoni fissi! – era il Portfolio, un antenato del palmare, leggermente più stretto di una videocassetta VHS: 20 cm di lunghezza, 11,5 di larghezza, 2,5 di spessore. Non fu il primo computer tascabile, perché già nel 1980 c’era il Radio Shack TRS-80, ma fu il primo a essere MS-DOS compatibile: in realtà usava il DIP-DOS, una versione modificata del 2.11.

Il Portfolio immagazzinava tutti i suoi dati in una memoria RAM interna alimentata da una batteria di backup, così da non perdere i dati. Il computer invece si avvaleva dell’energia fornita da tre batterie di tipo “AA”. Come optional c’era una Memory Card da inserire in uno slot. La RAM era di 128 K espandibili a 128+640 K; 32 K erano riservati al sistema, 96 erano disponibili per le applicazioni: il foglio elettronico, l’elaboratore di testi, il diario, la calcolatrice, la rubrica telefonica.

Attraverso un’interfaccia parallela era possibile collegare l’Atari Portfolio a un computer e trasferire i dati. Costava 400 dollari, all’incirca seicentocinquantamila lire.



UN VIDEO ESPLICATIVO IN INGLESE

mercoledì 15 luglio 2009

Scatole di latta Barilla

Abbiamo visto che Barilla negli Anni ‘80 era attivissima a sfornare gadget per fidelizzare i clienti: oltre alle sorpresine nelle merende del Mulino Bianco e i premi che si potevano ottenere raccogliendo i punti sulle confezioni, c’erano anche queste scatole di latta dal tono volutamente retrò nelle quali erano vendute, intorno al 1984, le paste all’uovo. Deliziosi contenitori da riutilizzare poi per conservare la pasta o quello che si voleva, nel mio caso i pennarelli…








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