Gli Anni '80 dell'atletica leggera italiana hanno un nome di spicco, quello di Alberto Cova, soprannominato il "Ragioniere" non solo per il suo diploma, ma anche per il portamento esile ma elegante e la condotta in gara.
A questo brianzolo di Inverigo riuscì un'incredibile tripletta nei 10.000 metri non ancora dominati dagli atleti africani: vinse questa gara di mezzofondo nel 1982 agli Europei di Atene, nel 1983 ai Mondiali di Helsinki e nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles. A questi successi aggiunse nel 1983 la vittoria ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca.
La sua arma segreta era uno sprint incredibile: se lo portavano al finale con una gara tattica non c'era scampo, vinceva lui. Ai Mondiali di casa il finlandese Martti Vainio, che pure lo conosceva bene dagli Europei, pensò di mollare la compagnia al settimo chilometro: Cova gli tenne botta e Vainio dovette cedere al suo stesso allungo. Anche alle Olimpiadi lo sconfitto fu Vainio, che poi fu addirittura squalificato per positività all'antidoping.
Cova vinse anche la Coppa Europa del 1985, andando a trionfare anche nei 5.000. Per batterlo ci volle un altro italiano, Stefano Mei, agli Europei di Stoccarda del 1986, in una gara epica per lo sport azzurro: terzo fu infatti Salvatore Antibo. Dopo quella sconfitta qualcosa si ruppe: Cova non riuscì a qualificarsi per la finale né ai Mondiali di Roma del 1987 né alle Olimpiadi di Seul del 1988. Dopo i Giochi, a soli 30 anni, il "Ragioniere", carico di allori, si ritirò.
Nel 1994 diventerà deputato alla Camera nelle file di Forza Italia. Due anni dopo non verrà però rieletto.
A questo brianzolo di Inverigo riuscì un'incredibile tripletta nei 10.000 metri non ancora dominati dagli atleti africani: vinse questa gara di mezzofondo nel 1982 agli Europei di Atene, nel 1983 ai Mondiali di Helsinki e nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles. A questi successi aggiunse nel 1983 la vittoria ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca.
La sua arma segreta era uno sprint incredibile: se lo portavano al finale con una gara tattica non c'era scampo, vinceva lui. Ai Mondiali di casa il finlandese Martti Vainio, che pure lo conosceva bene dagli Europei, pensò di mollare la compagnia al settimo chilometro: Cova gli tenne botta e Vainio dovette cedere al suo stesso allungo. Anche alle Olimpiadi lo sconfitto fu Vainio, che poi fu addirittura squalificato per positività all'antidoping.
Cova vinse anche la Coppa Europa del 1985, andando a trionfare anche nei 5.000. Per batterlo ci volle un altro italiano, Stefano Mei, agli Europei di Stoccarda del 1986, in una gara epica per lo sport azzurro: terzo fu infatti Salvatore Antibo. Dopo quella sconfitta qualcosa si ruppe: Cova non riuscì a qualificarsi per la finale né ai Mondiali di Roma del 1987 né alle Olimpiadi di Seul del 1988. Dopo i Giochi, a soli 30 anni, il "Ragioniere", carico di allori, si ritirò.
Nel 1994 diventerà deputato alla Camera nelle file di Forza Italia. Due anni dopo non verrà però rieletto.
Cova trionfa ai Mondiali di Helsinki nel 1983
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