Il vulcano Nevado del Ruiz, in Colombia, era spento da quattrocento anni. Il 13 novembre 1985 si risvegliò all'improvviso: la lava fuoruscita dal cratere a 5.000 metri di altezza sciolse i ghiacci sulle sue pendici provocando un mare di acqua e fango che scese valle ed ingrossò i fiumi.
Sul suo percorso c'era la cittadina di Armero, un grosso villaggio agricolo: venne rasa al suolo, le vittime furono stimate in 23.000. I pochi superstiti vagavano tra il fango in uno scenario pompeiano, mentre sullo sfondo, tra boati minacciosi, si levava il fumo del Nevado del Ruiz. Le autorità colombiane dibattevano se evacuare o no la zona; i più pratici si mettevano in marcia verso mete più sicure.
Molti vulcanologi affermavano di aver avvertito la protezione civile colombiana dell'imminente eruzione e avevano invitato il governo ad evacuare la zona alla caduta dei primi lapilli. Ma la loro voce rimase purtroppo inascoltata.
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