Il 18 giugno 1983 a Newport, negli Stati Uniti, cominciava un’edizione storica della Coppa America di vela: per la prima volta gli sfidanti gareggiavano tra loro per la “Louis Vuitton Cup”; per la prima volta era presente una barca italiana, “Azzurra”; per la prima volta dopo 132 anni gli statunitensi avrebbero perso il trofeo.
“Azzurra” era stata messa in acqua quasi un anno prima dallo Yacht Club Costa Smeralda con Gianni Agnelli e l’Aga Khan come padrini. Al comando lo skipper Cino Ricci, al timone Mauro Pelaschier. Sull’onda dei primi successi della barca, gli italiani impazzirono per la vela. La sera seguivano sui teleschermi le regate e si impratichivano dei termini nautici che sentivano per la prima volta. Il tangone non era più il ballo che Fantozzi mimava con Filini sulla barca del direttore generale ma una precisa parte dell’imbarcazione. Il boma, attenti al boma!
La passione e l’entusiasmo accesero quell’estate italiana che accarezzò il sogno di riuscire nell’impossibile impresa, portare via la Coppa agli americani. Del resto, l’anno prima non avevamo vinto i Mondiali di calcio in Spagna dopo 44 anni? Il sogno rimase tale, ma riuscì ad Australia II, che sconfisse in finale “Liberty” per 4-3 il 26 settembre tra lo sbigottimento generale.
L’Italia si trovò comunque una nuova passione, che porterà poi al delirio collettivo del “Moro di Venezia” e ancor di più di “Luna rossa” .
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